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Una Luce Nel Cuore Dell'OscuritГ 
Amy Blankenship


Per Kyoko, le creature mitiche sono qualcosa da guardare in TV il sabato sera con gli amici. Quando un misterioso persecutore trasforma le ombre intorno a lei in angoli bui con letali spigoli taglienti, sarà in grado di nascondersi dal passato? L’oscurità è piombata di nuovo sul mondo e i guardiani attendevano la risurrezione. Anche se vengono definiti come creature mitologiche, in questa dimensione sono molto più veri di quanto la gente pensi. Solo quando la luna è alta nel cielo, queste creature, questi guardiani, combattono il male che cerca di conquistare il mondo e la ragazza che detiene il potere ultimo… la luce nel Cuore dell’Oscurità.





Amy Blankenship, RK Melton

Una Luce nel Cuore dell’Oscurità




“Una Luce nel Cuore dell’Oscurità”


Serie “Il Cuore di Cristallo Protettore” – Volume 4


Amy Blankenship, RK Melton


Translated by Ilaria Fortuna


Copyright В© 2009 Amy Blankenship


English Edition Published by Amy Blankenship


Second Edition Published by TekTime


All rights reserved




La Leggenda del Cuore del Tempo


I mondi possono cambiare… ma le vere leggende non svaniscono mai.

Luce e oscurità combattono costantemente dalla notte dei tempi. I mondi vengono creati e distrutti dai loro creatori, e il continuo bisogno di bene e male non è mai stato in discussione. Tuttavia, a volte giunge qualcosa di inaspettato… un qualcosa che entrambe le parti vogliono ma che solo una può avere.

Paradossale per natura, il Cuore di Cristallo Protettore è l’unica cosa che entrambe le parti hanno cercato di ottenere lottando. La gemma ha il potere di creare e distruggere l’universo noto e, allo stesso tempo, è in grado di porre fine alle sofferenze e ai conflitti. Alcuni pensano che il cristallo abbia una propria mente pensante… altri dicono che dietro tutto ciò vi siano gli dei.

Ogni volta che il cristallo ГЁ apparso, i suoi guardiani sono sempre stati pronti a difenderlo da chi voleva usarlo per puro egoismo. Le identitГ  di questi guardiani rimangono invariate ed essi amano con la stessa ferocia sia il mondo che la dimensione.

Una giovane donna si trova tra questi guardiani ed ГЁ oggetto del loro amore. Dentro di sГ© cela il potere del cristallo. Lei ГЁ il custode della gemma e la fonte del suo potere. Le linee spesso si confondono, e proteggere il cristallo si trasforma lentamente nel proteggere la Sacerdotessa dagli altri guardiani.

È la coppa da cui beve il cuore dell’oscurità. È l’opportunità per rendere i guardiani del cristallo deboli e vulnerabili agli attacchi. L’oscurità brama il potere del cristallo e la Sacerdotessa, così come un uomo bramerebbe una donna.

In ognuna di queste dimensioni e realtà c’è un giardino segreto chiamato “Cuore del Tempo”. Lì c’è la statua di una giovane sacerdotessa inginocchiata. Essa è circondata da un’antica magia che tiene nascosto e al sicuro il suo tesoro segreto. Le mani della fanciulla sono protese come in attesa di accogliere qualcosa di prezioso.

Secondo la leggenda, starebbe aspettando che le venga restituita la potente pietra conosciuta come il Cuore di Cristallo Protettore.

Solo i Guardiani conoscono i segreti che si celano dietro la statua e le sue origini.

Prima che i cinque fratelli nascessero, i loro antenati, Tadamichi e il suo gemello Hyakuhei, proteggevano il Cuore del Tempo durante il suo periodo piГ№ buio. Per secoli, i gemelli protessero il sigillo che impediva al mondo umano di mescolarsi con quello dei demoni. Questa missione era sacra e le vite degli uomini e dei demoni dovevano essere protette e nascoste le une dalle altre.

Inaspettatamente, durante il loro regno, un gruppo di uomini sconfinГІ accidentalmente nel mondo dei demoni a causa del sacro cristallo. In un periodo di conflitti, il suo potere causГІ una rottura del sigillo che separГІ le dimensioni. Il capo degli umani e Tadamichi si allearono prontamente, stringendo un patto per richiudere il sigillo e mantenere i due mondi separati per sempre.

Ma, durante quel periodo, Hyakuhei e Tadamichi si erano innamorati entrambi della figlia del capo degli umani.

Contro la volontà di Hyakuhei, il sigillo era stato riparato da Tadamichi e dal padre della ragazza. La forza del sigillo fu aumentata di dieci volte, dividendo per sempre quel pericoloso triangolo amoroso. Il cuore di Hyakuhei era spezzato. Pur essendo suo fratello, Tadamichi lo aveva tradito facendo in modo che lui e la Sacerdotessa fossero separati per l’eternità.

L’amore, una volta perso, può trasformarsi nella cosa peggiore. Il cuore spezzato di Hyakuhei si trasformò crudelmente in rabbia e gelosia e provocò un conflitto tra i due gemelli, portando alla morte di Tadamichi e frantumando la sua anima immortale. Quei frammenti immortali diedero vita a cinque nuovi guardiani a difesa del sigillo, per proteggerlo da Hyakuhei, che si era unito ai demoni del regno del male.

Imprigionato nell’oscurità che lui stesso era diventato, Hyakuhei abbandonò il pensiero di proteggere il Cuore del Tempo… e usò, invece, le proprie energie per bandire completamente il sigillo. I suoi capelli neri, lunghi oltre le ginocchia, e il viso più affascinante di tutti, smentivano la reale malvagità celata dal suo aspetto angelico.

All’inizio della guerra tra le forze della luce e del buio, un’accecante bagliore blu erompe dalla statua sacra, segno che la giovane Sacerdotessa è rinata e il cristallo è riemerso dall’altra parte.

Poiché i guardiani erano attratti da lei ed erano i suoi protettori, la battaglia tra il bene e il male comincia sul serio. Da qui, l’ingresso in un altro mondo, in cui l’oscurità predomina sulla luce.

Questa è una delle loro tante epiche avventure…




Capitolo 1


La luna rossa è sempre stata considerata come un presagio di morte. Coloro che l’avevano vista si erano nascosti per paura di essere colpiti dal sonno eterno. A chilometri di distanza si udiva un grido agghiacciante mentre il simbolo pericoloso sorgeva alto nel cielo notturno.

In una radura nella foresta c’erano due figure solitarie: una ferita, che respirava a fatica con uno dei suoi due pugnali gemelli in mano, l’altra in piedi, con un ghigno malizioso che gli abbelliva il viso disumano. I suoi occhi rosso rubino brillavano alla luce della luna piena, in attesa della prossima mossa della vittima. La pelle innaturalmente pallida di Hyakuhei sembrava brillare anch’essa nella notte, dandogli l’aspetto di un “Mietitore” angelico.

«Ci hai fatto morire senza ucciderci!» ringhiò Toya, scoprendo i canini. I suoi occhi color oro ardevano di odio per l’uomo in piedi davanti a lui. Un tempo era suo amico… il fratello di suo padre… adesso era un nemico mortale. «Bastardo!».

«Ora parli così, ma io vi ho dato la vita eterna, vi ho addestrati e mi sono preso cura di voi. Ho amato te e tuo fratello come se foste miei figli.» disse Hyakuhei. I suoi occhi scarlatti s’illuminarono di rabbia per quell’insolente che aveva davanti.

В«Ci hai trasformato in mostri e lo chiami amore? Ci hai privato delle nostre vite! Hai fatto in modo che io convincessi mio fratello ad allearsi con te! Ci hai mentito dicendo che avresti potuto annullare la maledizione se ci fossimo uniti a te.В». Emise un sibilo rabbioso, poi continuГІ:

«Se non fosse stato per te, adesso saremmo dei normali esseri umani e vivremmo una vita normale come una famiglia, al posto delle creature assetate di sangue in cui ci hai trasformato!». Lacrime amare scesero dagli occhi di Toya per la rabbia e il tradimento… e le sue iridi divennero di un argento inquietante.

«Sei pazzo a pensare di essere normale!» la voce di Hyakuhei nascondeva un cenno di amarezza, «Tu e tuo fratello vi sbagliate, state piangendo per qualcosa che non avreste mai potuto avere.», il suo tono si addolcì per un momento mentre ricordava suo fratello gemello… il loro padre, poi aggiunse: «Non importa. Sei proprio come tuo padre… un egoista. Con la sua morte mi ha siete rimasti sotto la mia custodia. Tu e tuo fratello siete miei e io prendo sempre ciò che mi appartiene. Avrò la sua obbedienza dopo che avrò finito con te.».

Hyakuhei strinse un pugno, con gli artigli che non vedevano l’ora di sentir gocciolare il sangue del giovane. «Sei tu che hai tradito la tua carne e il tuo sangue!» sbottò Toya girando su se stesso, mentre la voce di suo zio scompariva e riappariva in un altro punto. Sapeva che il vampiro stava solo giocando, ma non aveva più paura. Quella paura era morta insieme a lei.

«Perché l’hai uccisa?» gli chiese, sibilando tra la rabbia e la disperazione. «Pensavi che uccidendola avresti ottenuto il cristallo? Mai! Lei si era rifiutata di darti quel potere e questo ti ha fatto infuriare. Non è così?» urlò, mentre cercava di seguire il nemico che lo accerchiava con intenzioni mortali.

«Non era un segreto che la volevi per te.» aggiunse Toya, stringendo il suo pugnale mentre ricordava gli sguardi stregati… gli inseguimenti… la vista del suo corpo esanime.

«Chiunque avrebbe notato come la guardavi, convinto che io e Kotaro fossimo distratti.». Emise un singhiozzo, sapendo che lui e Kotaro l’avevano amata entrambi… avevano combattuto contro Hyakuhei e contro se stessi per lei. Ma nessuno aveva vinto. «Noi ti vedevamo. Kyoko era mia e lo sarà sempre!» gridò Toya, furioso per aver perso l’unica persona che aveva amato più dell’aria che respirava… lei se n’era andata. Era la luce nell’oscurità che il suo mondo era diventato.

Era la ragione per cui aveva sfidato Hyakuhei. Adesso quella ragione era svanita e Toya sentiva il fuoco nella propria anima avvampare ad un livello pericoloso. L’aveva trovata senza vita con un piccolo pugnale nel cuore. Dentro di sé, lui e Kotaro lo sapevano… Hyakuhei l’aveva uccisa.

Gli occhi neri di Hyakuhei divennero più scuri mentre guardava con disprezzo il figlio minore di suo fratello. «Ah sì, l’inafferrabile cuore di cristallo protettore… un tale potere non appartiene a un ragazzino sciocco come te. Gli esseri più potenti lo hanno cercato… pensavi di essere l’unico, mio caro? Non solo i vampiri, ma anche gli immortali, i maghi e persino i lupi mannari bramano un potere simile. Non ti rendi conto di cosa sarebbe accaduto se il Lycan l’avesse reclamata per primo?». Gli occhi di Hyakuhei divennero ancora più rossi al pensiero che Kotaro, capo delle tribù Lycan, ottenesse quel potere. La sua rabbia aumentò mentre ricordò il suo odore su di lei quella notte. Non sarebbe rimasto a guardare mentre accadeva una cosa così pericolosa.

«No, mio caro, mi sono già occupato della sacerdotessa che aveva il cristallo dentro di sé.». Il suo sguardo s’indurì per quella piccola bugia… in realtà non aveva ucciso la ragazza. Era stata lei a suicidarsi per impedirgli di prendere il cristallo. Era così vicino, ormai pronto a rivendicare il suo potere. Il potere di cui parlava la leggenda… avrebbe permesso alla sua oscurità di percorrere la luce… e nutrirsi di essa.

Le sue dita formicolavano ancora per averle toccato la pelle. Era dietro di lei e sentiva il suo calore sotto la mano fredda. I suoi occhi verde smeraldo si erano scontrati con i suoi per un solo secondo, in segno di sfida. Lui aveva desiderato solo un assaggio. Aveva visto troppo tardi il pugnale che lei aveva in mano e che svanì nel suo petto. Avrebbe potuto trasformarla e condividere tutto con lei ma… lei aveva rifiutato la sua generosa offerta.

Quella donna coraggiosa ma sciocca aveva creduto che, uccidendosi, avrebbe protetto per sempre il potere del cristallo. Per sempre era un tempo troppo lungo per cercare di nascondersi da lui.

«Lei rinascerà!» gridò Toya, angosciato per non essere riuscito a proteggerla dall’ira di Hyakuhei. Il senso di colpa per non essere stato lì a salvarla lo stava divorando. Lei sapeva che era un vampiro… una creatura della notte… eppure non gli aveva voltato le spalle. Anzi, erano diventati amici. Kyoko si fidava di lui.

Toya ricordò quando l’aveva conosciuta e cadde in ginocchio, poggiando le mani a terra mentre le lacrime scendevano. “È durato troppo poco!” gridò mentalmente.

La conosceva da così poco tempo, sei cicli lunari. Quando l’aveva incontrata per la prima volta, voleva solo il cristallo… il cristallo che, all’inizio, lei non sapeva neanche di avere. Ma lui lo vedeva brillare e si sentiva chiamare. Poi qualcosa era cambiato. Toya si era ritrovato a cercare di proteggerla invece che privarla del cristallo.

Da quando Kyoko era piombata nel suo mondo oscuro, lui aveva scoperto la verità sul Cuore di Cristallo Protettore, cose che neanche Hyakuhei sapeva. Voleva raccontare quei segreti a suo fratello, ma suo zio gli aveva impedito di trovare Kyou in tempo… e adesso era troppo tardi.

«Non avrai mai la sua luce nell’oscurità… io ritroverò Kyoko e terrò il cristallo lontano da te!» la voce di Toya era intrisa del suo bisogno di vendetta, «Lei rinascerà e io sarò lì ad aspettarla.». Una solitaria lacrima d’argento gli scivolò lungo la guancia mentre gridava: Insieme troveremo un altro modo per liberare Kyou da te!».

Hyakuhei gli si avvicinò con una risatina oscura. «Oh sì, lei vivrà di nuovo. Il cristallo tornerà in questo mondo e sarò io a rivendicare non solo il suo potere, ma anche la ragazza. Per quanto riguarda Kyou… sono sicuro che troverò qualcosa per tenerlo occupato finché non arriverà quel giorno.».

Toya ringhiò sapendo che quella era un’arma a doppio taglio, «Tieni i tuoi piani malvagi per te. Troverò un modo per tornare normali. E tu… alla fine morirai!» gridò mentre il vento si alzava, ululando nella radura.

Brandì il pugnale, che disegnò un arco di luce argentata, ma sfiorò a malapena il soprabito di Hyakuhei. Toya rimase incredulo per la velocità del suo avversario ma non perse la determinazione. Il secondo pugnale gli apparve nell’altra mano e lui lo lanciò insieme al primo.

Hyakuhei schivò le lame mortali grazie ai secoli di addestramento che aveva alle spalle. Gli umani erano creature così facili da sconfiggere e Toya, anche se trasformato, era ancora molto umano nel suo modo di pensare… era ancora un bambino per un vampiro.

Doveva ammettere che, in qualche modo, proteggere la sacerdotessa aveva accresciuto il potere del ragazzo quasi allo stesso livello di un Anziano. Portargli via la ragazza aveva avuto due scopi. Senza una ragione per combattere… il suo potere era diminuito notevolmente.

Hyakuhei fece scattare la mano sinistra, intrappolandogli i polsi in una presa possente. Toya non ebbe modo di difendersi quando la mano destra del vampiro gli ferì crudelmente la guancia.

I loro sguardi s’incrociarono per un momento sospeso nel tempo mentre Hyakuhei ritraeva i suoi artigli. Le sue labbra accennarono a un sorriso perfido mentre allungava la mano per sfiorare la ferita che gli aveva appena inferto. «È un peccato rovinare una tale perfezione… somigli molto a tuo fratello.». Si leccò le gocce di sangue sul dito e aggiunse: «Ma non posso permettere che il tuo amore ribelle distragga Kyou da me.».

Gli lasciò i polsi e Toya indietreggiò, cercando di difendersi dall’attacco successivo, ma ringhiò di dolore quando si ritrovò con due tagli sul petto. Premendosi un braccio sulle ferite, barcollò e, questa volta, Hyakuhei lo lasciò andare.

Sentiva le ossa dei polsi quasi stritolate e dovette concentrarsi per non far cadere i pugnali a terra. Guardando l’uomo che odiava più della morte, cercò di scrollarsi di dosso il dolore sapendo che non era un gioco… anche i non morti potevano morire.

«Sciocco, pensavi di salvare tuo fratello uccidendomi? Riesci a stento a tenere in mano i pugnali, figuriamoci ad uccidermi.» gli disse Hyakuhei sogghignando, poi la sua rabbia svanì all’improvviso. La brezza notturna gli spettinò i lunghi capelli color ebano, facendoli sembrare vivi.

«Non hai mai avuto alcuna possibilità. Ti aiuterò a riposare così non proverai più dolore.» mormorò Hyakuhei, guardando il ragazzo ferito come un padre che rimprovera il figlio ribelle.

I suoi occhi argentati divennero rossi per quelle parole. В«Tu non avrai mai mio fratello, figlio di puttana! FinchГ© respirerГ , Kyou non ti permetterГ  di vincere, e nemmeno io!В» urlГІ Toya lanciandosi verso di lui, in un ultimo tentativo di salvare la sua anima immortale.

Hyakuhei scomparve un istante prima che il pugnale di Toya potesse trafiggergli il cuore freddo nascosto nel profondo del suo corpo senza etГ . I suoi occhi rossi fissavano affamati il giovane che pensava di poterlo sfidare.

Si librò in aria e si fermò per un momento, poi si lanciò all’attacco.

I sensi di Toya lo avvertirono della minaccia che si avvicinava ma lui non era ancora ben addestrato per individuare da dove stesse arrivando il suo aggressore. Si guardГІ intorno nervosamente ma le ferite sanguinanti, unite a quella nel suo cuore, lo avevano indebolito e la paura aumentava.

Le parole del suo cosiddetto “padre” lo avevano colpito. «Non posso lasciarti vincere, mostro. La vita di mio fratello dipende da questo.» sussurrò Toya con il respiro affannoso, e le parole rimbombarono nelle sue stesse orecchie.

Un brivido di paura gli percorse la schiena mentre guardava il cielo. Spalancò gli occhi per ciò che vide. “Ecco com’è.” pensò.

Cercò di muoversi ma era bloccato da una forza sconosciuta. I loro sguardi s’incrociarono, quegli occhi rossi gli penetrarono l’anima e Toya capì che stava per morire.

L’urlo che gli si formò in gola fu sostituito da un gorgoglio. I suoi occhi argentati divennero dorati mentre continuavano a fissare il suo assassino, e il tempo sembrò fermarsi. Iniziava a sentire il proprio corpo che diventava insensibile e iniziò a piangere di nuovo. “Kyoko… Kyou… vi ho deluso, perdonatemi, vi prego.” fu il suo ultimo pensiero mentre emetteva un ultimo respiro.

Sentiva il proprio battito cardiaco allontanarsi sempre di più mentre il dolore svaniva. Poi sussurrò con stupore irrequieto: «Kyoko… da quanto tempo sei qui?».

Osservando con un malato senso di piacere, la figura vestita di nero sorrise soddisfatta. Hyakuhei lo adagiГІ a terra e affondГІ gli artigli nel petto del ragazzo che aveva gli occhi come il sole, strappandogli brutalmente il cuore che aveva smesso di battere.

Poi, fissando gli occhi vitrei di Toya, sussurrò: «Mi sono sempre chiesto come fossero gli occhi di Kyou quando piange… scommetto che saranno bellissimi.». Si chinò e lo baciò sulla fronte, poi si alzò e si voltò verso l’uomo che era appena atterrato alle sue spalle.

Un sorriso sadico gli apparve sulle labbra mentre tendeva il cuore sanguinante davanti a sé, aspettando che Kyou si avvicinasse. «Per te, mio caro. Non c’è più alcun ostacolo tra noi.» gli disse nella brezza.

Kyou restrinse lo sguardo per il disgusto mentre guardava il cuore fresco che gli stava porgendo. Hyakuhei era un non morto da così tanto tempo da considerare la morte come un dono?

Kyou voltò le spalle a quella visione inquietante. Aveva percepito l’angoscia di suo fratello ed era venuto a controllare. Ma aveva trovato il suo cosiddetto “padre” e non riusciva più a percepire l’aura di suo fratello.

Qualcosa non andava e lui sentiva i nervi del proprio corpo formicolare sotto la pelle.

Non riusciva a vedere il corpo cui apparteneva il cuore perché Hyakuhei gli copriva la visuale, ed essere trattenuto lì invece di andare a cercare suo fratello lo irritava. Non lo vedeva da più di un anno ma, quella sera, aveva capito che Toya aveva bisogno di lui. Doveva essere importante per sentire quella chiamata così forte.

I suoi occhi dorati fissarono quelli di Hyakuhei, «A chi hai rubato l’anima, questa volta?» gli chiese con disprezzo.

«Perché non vieni a vedere tu stesso? Sono sicuro che rimarrai molto sorpreso. È il mio regalo per te.». Un sorriso illuminò i suoi lineamenti oscuri mentre si scostava… scoprendo la sua vittima. Allungando una mano, si girò per guardare il cadavere a terra.

Kyou lo seguì con lo sguardo mentre si avvicinava lentamente, confuso per l’importanza dell’identità di quella vittima. Spalancò gli occhi vedendo la figura che giaceva a terra, mentre un fulmine gli percorreva la schiena. Il suo cuore iniziò a battere forte quando vide i familiari riflessi argentati su quei capelli neri, sporchi e spettinati, che ricoprivano il viso dell’uomo come se volessero nascondere la sua identità.

Si sentì pervadere dalla rabbia e si rifiutava di ammettere che quello era il corpo massacrato di suo fratello.

«No!» gridò piegando la testa di scatto all’indietro. Le lacrime gli riempirono gli occhi mentre si voltava verso il responsabile. «Che cos’hai fatto?» sbottò lanciandosi verso di lui, per poi fermarsi a pochi centimetri da lui. I suoi occhi dorati divennero rossi e i canini si erano allungati come quelli di un cane rabbioso. Strinse i pugni mentre aspettava di sentire la confessione.

«Quello che avrei dovuto fare dall’inizio… eliminare chi non ti ha apprezzava come me.». L’espressione di Hyakuhei si addolcì per un momento mentre guardava il suo preferito.

Aveva dato a Kyou tutte le attenzioni e l’affetto da quando gli aveva dato il dono dell’immortalità oscura… ma lui non era ancora felice. Era la tristezza nei suoi occhi dorati ad attrarlo… la solitudine dentro di lui era adorabile e somigliava alla sua. Aveva trasformato Toya nella speranza di avere la devozione del suo prezioso pupillo come ricompensa, ma… la cosa aveva solo contribuito a turbarlo di più.

Hyakuhei osservò le lacrime che gli si stavano formando negli occhi e si rese conto di avere ragione… quel ragazzo era straordinario quando piangeva.

In quel momento, qualcosa dentro Kyou si ruppe, sfociando in un pianto triste e sconvolgente. Accecato dalla rabbia, si scagliò sull’assassino con i denti e con gli artigli. «Ti strapperò il cuore e lascerò il tuo corpo in pasto alle creature della notte per quello che hai fatto!».

Il vampiro schivò il colpo con destrezza e bloccò Kyou a terra. Con una calma che non si rifletteva nelle sue iridi rosso rubino, Hyakuhei si chinò verso quel viso che lo perseguitava… il viso di suo fratello.

В«Ho fatto quello che era necessario. Toya non voleva che tu avessi il mio dono e ha cercato di privartene. Con il tempo capirai.В» mormorГІ mentre le sue labbra morbide sfioravano fugacemente quelle di Kyou.

Con una forza che non sapeva di possedere, Kyou lo scagliГІ lontano da sГ©. Disgustato, si passГІ un avambraccio sulla bocca mentre ringhiava pericolosamente.

«Suvvia, calmati, ragazzo.» disse l’altro mentre si alzava, togliendosi la polvere di dosso. I suoi occhi s’illuminarono mentre il suo corpo brillava leggermente, poi svanì nella notte. «Ti terrò d’occhio e ti aspetterò, mio caro.».

Kyou sentì il mondo crollargli addosso mentre guardava il corpo senza vita di suo fratello. “Vendicherò la morte di mio fratello e passerò l’eternità a darti la caccia, se necessario. E quando ti troverò, pagherai per questo, Hyakuhei.” pensò, poi s’inginocchiò e strinse Toya a sé, cullandolo. La sua vista si offuscò mentre cercava di trattenere invano le lacrime. Sembrava che stesse dormendo, per la prima volta dopo tanto tempo sembrava sereno.

Le sue lacrime caddero sulla guancia di Toya e si sentì spezzare il cuore. Stringendolo forte, sussurrò con voce tremante: «Ti prego, perdonami… per non essere arrivato in tempo.». Il suo respiro vacillò mentre chiudeva gli occhi per il dolore, poi aggiunse: «Sapevo che avevi bisogno di me… avrei dovuto salvarti.».

Con la mente ritornò al giorno in cui Hyakuhei lo aveva trasformato in quello che era adesso… il giorno dopo la morte di suo padre. Kyou sapeva che Hyakuhei voleva soltanto lui… e Toya era solo un ragazzino. Quindi, per proteggerlo, se n’era andato con suo zio, anche se suo fratello minore lo aveva implorato piangendo.

Ricordava ancora il sospetto che brillava negli occhi dorati di Toya mentre guardava storto Hyakuhei per aver osato portargli via il fratello maggiore. Era stato il ricordo di quello sguardo tormentato ad aiutare Kyou a stare lontano dal fratello per diversi anni… per proteggerlo.

Quando Toya era cresciuto, Kyou aveva voglia di vederlo… di raggiungerlo di nascosto e guardarlo da lontano… mentre viveva la vita che lui non poteva vivere. Scrutarlo dall’ombra era stata l’unica gioia durante quei giorni bui. Si era spesso intrufolato nella sua camera per vederlo dormire.

Se avesse saputo che Hyakuhei lo stava seguendo e lo stava spiando, non avrebbe mai messo Toya in pericolo. Suo zio aveva trasformato Toya perchГ© pensava che fosse quello che lui voleva e adesso era morto per colpa sua.

Toya aveva combattuto contro suo zio, prima e dopo la trasformazione. Man mano che le loro discussioni peggioravano, Kyou aveva cercato di distogliere l’attenzione di Hyakuhei da suo fratello. Poi Toya aveva iniziato a parlare di una cura per i vampiri… il Cuore di Cristallo Protettore. Aveva giurato di trovarlo e di curare entrambi ma adesso aveva trovato la sua cura… nella morte.

Facendo del suo meglio per non guardare il punto in cui un tempo batteva il cuore di suo fratello, Kyou si alzГІ e lo prese in braccio per dargli una degna sepoltura.

Non sentiva più la presenza di Hyakuhei ma sapeva che era vicino e lo stava osservando come sempre. Capì che doveva andarsene e rimanere nascosto finché non sarebbe stato abbastanza forte da sconfiggere il male che gli aveva portato via l’unica cosa che amava… suo fratello. Scivolò nell’oscurità lasciando la radura in totale silenzio.

Kamui fece un sospiro di sollievo quando suo fratello se ne andò, e rilasciò la barriera di invisibilità attorno alla forma malconcia di Kotaro. Guardandolo, capì che ci sarebbe voluto un po’ prima che le ferite guarissero… non solo quelle fisiche, ma anche quelle del suo cuore.

«Andiamo.» sussurrò Kamui, facendolo appoggiare alla propria spalla per sorreggerlo, «Hyakuhei non è andato lontano e tu hai bisogno di aria.». I suoi occhi brillarono del colore dell’arcobaleno mentre cercava di trattenere le lacrime, ma era inutile perché le sentiva già scendere lungo le guance.

Avevano perso così tanto nel giro di poche ore… adesso sapeva che cos’era più oscuro del buio. Non voleva perdere anche Kotaro.

«Non lo odiavo fino a questo punto.» sussurrò Kotaro, guardando dove il corpo di Toya giaceva pochi istanti prima. Entrambi amavano Kyoko e lei ricambiava con affetto… senza parteggiare mai per uno dei due quando litigavano… fino a quella notte. Il destino gli aveva dato solo poche ore… almeno Toya non lo sapeva.

Strinse i pugni… Toya si sarebbe arrabbiato ma sarebbe rimasto in vita. «Preferirei affrontare la sua rabbia… piuttosto che questo.» disse con voce tremante.

Entrambi avevano cercato di proteggerla, ma adesso… Gli occhi blu ghiaccio di Kotaro erano offuscati dalle lacrime non versate, «Io non lo odiavo.».

«Toya lo sa.» gli disse Kamui, dirigendosi verso l’unico luogo sicuro che conosceva… a casa di Shinbe, il mago. Doveva dirgli cos’era successo a Toya… e a Kyoko. Shinbe avrebbe saputo che cosa fare, lo sapeva sempre.

«Ucciderò quel bastardo.» ringhiò Kotaro mentre la sua natura di Lycan emergeva. «L’ha uccisa… e ha ucciso Toya per colpa sua. Quando lo troverò, gli farò rimpiangere di non essere nato umano.».

Come se il vento lo attraversasse, Kotaro rabbrividì. Sapeva che Toya era molto più forte di quanto sapesse ma, non avendo più qualcuno da proteggere, aveva perso la voglia di combattere. Hyakuhei lo sapeva prima ancora che la battaglia iniziasse, il dolore aveva reso Toya terribilmente impaziente. «Se solo avesse aspettato ancora qualche istante, Kyou avrebbe potuto salvarlo.». Ogni parola era intrisa di tristezza mentre Kotaro si asciugava rabbiosamente le lacrime che gli scendevano lungo le guance.

«Volevo salvarli entrambi, Kyoko.», il dolore del suo corpo indebolito era troppo mentre chiudeva gli occhi e si arrendeva al nulla che lo avrebbe lenito per un po’.

Kamui lo prese in braccio, В«Hai fatto abbastanza. Riposa, adesso.В» gli sussurrГІ, В«Tocca a me salvarli.В».




Capitolo 2


Al tramonto, Kamui si trovava accanto ad una tomba senza nome. I due uomini di fianco a lui erano tutto ciГІ che gli era rimasto. Shinbe aveva usato i suoi poteri telecinetici per rimuovere la terra dalla tomba di Toya e allargarla abbastanza affinchГ© ci fosse spazio per due corpi.

Adesso lui e Kotaro avevano la stessa espressione… tristezza e determinazione. Kamui sapeva che stavano cercando di farsi forza per lui, ma riusciva a vedere la malinconia che entrambi nascondevano.

Tutti e tre fissavano la tomba… la dolorosa realtà che tutto stava andando in rovina. Le cose non dovevano finire in quel modo… i buoni non avrebbero dovuto perdere… né morire. Shinbe li aveva aiutati a prendere una decisione su cosa fare. Recuperando il corpo di Kyoko, l’avevano portata alla tomba in cui Kyou aveva deposto suo fratello e li avevano sepolti insieme. Toya avrebbe voluto così… era l’unica cosa giusta da fare.

Kamui non era riuscito a trasportare il corpo di Kyoko nel luogo di sepoltura. Non era il suo sangue a turbarlo, era straziante vedere una persona così gentile e pura, che possedeva così tanta luce dentro di sé da fare male agli occhi, giacere lì nell’oscurità con gli occhi aperti che fissavano il vuoto.

Percependo lo shock di Kamui e vedendo le sue mani che tremavano, Kotaro l’aveva stretta amorevolmente tra le braccia, cercando di ignorare la rigidità degli arti. In quel momento non riusciva a provare nulla se non rabbia e tristezza. Se avesse lasciato trasparire tutto il resto che aveva dentro… le sue ginocchia avrebbero ceduto… il dolore era così pesante.

Lo sguardo sul viso di Kamui lo aiutò a controllare le proprie emozioni… e anche il senso di intorpidimento che stava provando. Kamui non era un umano né una bestia ma, qualunque cosa fosse… il suo cuore era in frantumi. Kotaro decise che, da quel momento, si sarebbe occupato di lui, anche se forse non ce n’era bisogno.

Kamui si asciugò le lacrime, cercando di essere forte come i suoi fratelli. I suoi capelli viola furono increspati dal vento mentre guardava la terra che era stata rimestata. Si era tolto il soprabito e l’aveva avvolto delicatamente attorno ai due corpi per aumentare il potere dell’incantesimo che stava per lanciare.

Chiudendo gli occhi, intrecciò le dita mentre le ali gli spuntavano dalla schiena con una pioggia di piume. Brillavano di colori così intensi, sconosciuti all’occhio umano.

Shinbe e Kotaro fecero un passo indietro per la sorpresa, rendendosi conto di chi fosse Kamui. La parola “angelo” apparve sulle loro labbra ma lui sembrava così triste. Un angelo con il cuore spezzato… un angelo caduto.

Kamui prese una piuma dalla sua ala destra e tese la mano con il palmo verso l’alto. La sua espressione triste e placida non mutò. I suoi occhi brillavano di un barlume di speranza mentre si passava rapidamente la piuma affilata sul palmo, provocando un taglio superficiale.

Apparve il liquido rosso cremisi e lui strinse lentamente il pugno, poi allungГІ la mano sulla tomba. Le sacre gocce di sangue caddero facendo brillare il terreno di una strana luce blu.

Shinbe e Kotaro osservavano tutto scioccati e non osavano muoversi per paura di disturbare il rito che Kamui stava eseguendo. Entrambi si rendevano conto che stavano assistendo a qualcosa di incredibile e, senza dubbio, non l’avrebbero più visto.

L’aria attorno a Kamui turbinò in un vortice che lo circondava con una luce blu fluorescente. La sua voce echeggiava e le sue labbra sembravano più sagge di quanto avessero mai ricordato. Un suono spaventoso riecheggiò nel cielo, proseguendo per chilometri e immobilizzando ogni cosa come per rispetto a quel potere.

«Ci vorranno mille anni…

Aspetteremo per il vostro bene.

Quando il sangue di un guardiano viene versato…

Г€ tempo che questa profezia si compia.

Solo allora le due anime rinasceranno,

Riportandoli alla luce.

Destinati a combattere la magia oscura della notte,

Con questa promessa noi immortali prenderemo le armi…

Proteggeremo coloro che rinasceranno.

Nelle mani di pietra e marmo, daremo al nemico

L’unica cosa che desidera… vivere nella luce.».

Mentre il vortice circondava Kamui, due piume si staccarono dalle sue ali e fluttuarono in avanti, rigirandosi come se fossero due piccoli pugnali, per poi posarsi sulla tomba. Rimasero ferme sul terreno soffice per alcuni istanti, poi affondarono per andare a fondersi con le anime dei due amici.

Kamui s’inginocchiò mentre l’incantesimo si disperdeva, inviando un’onda d’urto in tutte le direzioni. «Ci incontreremo di nuovo, Kyoko… Toya.» sussurrò mentre si sentiva sopraffare dalla solitudine, «Forse la prossima vita sarà migliore e molto più luminosa.».

Shinbe rimase in silenzio accanto a lui, non desiderava fare altro che piangere… ma non poteva permettersi quel lusso. Hyakuhei era ancora lì da qualche parte e sapeva che, alla fine, il vampiro dal cuore nero sarebbe venuto a cercarlo e avrebbe scoperto che cosa avevano fatto. Per questo doveva cancellare tutte le tracce possibili.

Mise una mano in tasca ed estrasse una bottiglietta viola piena di polvere magica. Cosparse leggermente il terreno facendo un giro intorno alla tomba, per proteggerla da tutti gli occhi indiscreti. Il terreno divenne solido all’istante, nascondendo la presenza della tomba.

Gli occhi di Shinbe s’illuminarono dello stesso colore viola mentre sussurrava parole che solo lui poteva capire.

Percepì un legame secolare di fratelli che avevano combattuto un’eterna battaglia con l’oscurità che gli bruciava nell’anima per diventare un simbolo di protezione sulla tomba. Sopra il luogo di riposo dei suoi amici sbocciarono dei fiori senza semi. Erano di cinque colori diversi… argento… oro… blu ghiaccio… ametista… e arcobaleno.

«Io me ne vado.» disse Shinbe dopo un lungo silenzio. Non voleva che la sua presenza rivelasse la posizione degli altri e sapeva che era ora di muoversi. Guardò il cespuglio di fiori variopinti, Toya e Kyoko adesso erano protetti contro Hyakuhei e l’incantesimo non sarebbe stato intaccato.

Per ora… era tutto ciò che poteva offrire loro oltre al dolore.

Kamui guardò il mago, scioccato dalle sue parole. «Che cosa? Ma… perché?» gli chiese in preda al panico… sarebbe rimasto solo, adesso? Perdere Toya e Kyoko non era già abbastanza?

Sentendo la paura di Kamui, Shinbe gli mise una mano sulla spalla e cercò di spiegare: «Sai bene quanto me che Hyakuhei, alla fine, scoprirà che cosa abbiamo fatto qui.». Poi guardò Kotaro, sapendo che il Lycan avrebbe capito, e aggiunse: «Tu puoi sfuggire ai suoi occhi sempre attenti… ma io non ho quel tipo di potere. Sarò comunque in grado di nascondermi, ma non so per quanto.». Shinbe emise un lungo sospiro e alzò lo sguardo verso la luna alta nel cielo. «I miei giorni sono contati, adesso…», un lieve sorriso gli apparve sulle labbra, come se conoscesse un segreto, «Così sia. Salirò a bordo della prossima nave che va ad ovest, oltreoceano. Lì avrò maggiori possibilità di mantenere la mia identità al sicuro da Hyakuhei e forse anche di trovare un modo per far reincarnare la mia anima nella stessa era dei nostri cari amici.». Sperava che quello che stava dicendo fosse vero, perché avrebbero avuto bisogno di lui quando sarebbe giunto il momento.

Kamui guardò la tomba e poi il suo amico, con più calma di rispetto a quando era iniziato quell’incubo. Non voleva che Shinbe fosse la prossima vittima, perciò lo capiva. Si staccò una piuma arcobaleno dalla sua ala destra e gliela premette sul collo.

Shinbe ansimГІ mentre la piuma iniziava a brillare intensamente, per poi essere assorbita nella sua pelle. AbbassГІ lo sguardo e vide la sagoma della piuma proprio sotto il colletto del suo soprabito.

В«Ti aiuterГ  quando sarГ  il momento.В» disse Kamui con un sorriso, poi lo abbracciГІ forte. Non avrebbe perso anche lui.

«Ci rivedremo, amico mio.» sussurrò Shinbe prima di scostarsi. Fece un cenno a Kotaro, sapendo che il Lycan si sarebbe preso cura di Kamui. Guardò di nuovo la tomba, poi distolse lo sguardo, lasciando che la frangetta nascondesse la sua tristezza. «Così sia.» sussurrò di nuovo mentre svaniva nell’oscurità.

«Piccolo, sei pronto?» chiese Kotaro a Kamui, dando le spalle alla tomba. Sapeva di non poter restare, Shinbe aveva ragione… più erano lontani, più l’incantesimo sarebbe stato al sicuro.

Kamui voleva protestare per il nomignolo che Kotaro gli aveva appena dato ma non aveva il coraggio. Il suo cuore era sepolto nel terreno ma avrebbe visto Hyakuhei pagare per i suoi crimini, anche se ci sarebbe voluta un’eternità.

«Sì.» rispose, asciugandosi gli occhi con il braccio, «Sono pronto.».

Kotaro gli mise un braccio attorno alle spalle e lo portò via. Il Lycan scoprì che non aveva più lacrime per la donna che aveva amato con tutto se stesso. Si sentiva come se qualcuno gli avesse strappato l’anima, riducendola a brandelli e restituendogliene solo metà.

Se l’incantesimo avesse funzionato, avrebbe rivisto la sua adorata Kyoko. Non poté fare a meno di sorridere ricordando tutte le pagliacciate che lui e Toya dovevano inventarsi per guadagnarsi il suo affetto. Avrebbe litigato volentieri per lei ancora una volta, se solo Toya fosse tornato. Dopotutto… lui voleva bene a entrambi.

Resistette all’impulso di voltarsi indietro verso la tomba. «Mille anni sono tanti ma io sarò lì ad aspettarti… Kyoko.».


*****

Oggi… oltre mille anni nel futuro.

Una figura solitaria si trovava sul tetto dell’edificio più alto, con vista sulla città affollata. I suoi lineamenti non tradivano mai il ricordo straziante del corpo del suo unico fratello disteso senza vita sul terreno duro e freddo, secoli prima. Il suo cuore, un tempo caldo e pulsante, stretto negli artigli del sadico mostro che li aveva creati entrambi.

Aveva fatto tutto ciò che era in suo potere per allontanarsi dal male che lo circondava silenziosamente. Proprio come gli umani, si nutriva soltanto degli animali che trovava in natura. Anche se l’oscurità era l’unica cosa che gli era permessa, così come la maledizione di vampiro, non sarebbe mai diventato il demone che suo zio voleva che fosse.

Negli ultimi anni si era scatenato qualcosa dentro di lui… un desiderio che non riusciva a capire e che non provava da oltre mille lunghi anni.

La sua mente fu pervasa di ricordi mai dimenticati di un giovane innocente che gli aveva riempito la vita di felicità, anche in un mondo di oscurità. Toya… era così pieno di vita, con i suoi occhi dorati e l’ingenuità di un bambino. Ancora una volta provò un senso di colpa nel cuore per non essere riuscito a proteggere suo fratello minore.

I suoi occhi dorati, induriti da centinaia di anni di solitudine, divennero rossi al ricordo di una promessa che doveva ancora mantenere. Col passare dei decenni, Kyou diventava più forte. Si era avvicinato molte volte, ma l’oggetto del suo odio e della sua ira continuava a sfuggirgli.

Non si sarebbe placato finché quella vile creatura si sarebbe contorta in agonia davanti a lui, e la sua anima non sarebbe stata gettata nell’inferno cui apparteneva.

Lo sguardo di Kyou fu attirato dall’unico posto tranquillo di tutta la città… il parco in centro. «Luoghi del genere non dovrebbero essere così vicini al male.» mormorò nella notte. Saltando giù dall’edificio, continuò la ricerca come faceva da tanti secoli. Hyakuhei avrebbe pagato con la sua stessa vita per aver preso l’unica persona che gli stava a cuore. Suo fratello era perduto per sempre e non sarebbe mai più tornato.

«Toya…» sussurrò mentre scompariva nella notte, lasciando l’immagine di un angelo vendicatore.


*****

Il parco era sempre tranquillo a quell’ora, era ancora pomeriggio e il sole era alto nel cielo. Kotaro passeggiava pigramente tra gli alberi in centro, accanto a un enorme blocco di marmo. Non sapeva da dove provenisse… era lì da tanto, da prima della città stessa. Sapeva solo che provava un travolgente senso di pace ogni volta che gli era vicino.

В«Chi immaginava che una roccia quadrata potesse tranquillizzare la mente?В» mormorГІ tra sГ©.

Imboccando un sentiero tra gli alberi, si diresse verso la pietra per guardarla. Anche se quel giorno si sentiva bene, sapere che era ancora lì lo faceva sentire meglio.

Kotaro si fermГІ quando arrivГІ e notГІ qualcuno seduto in stile indiano sopra la pietra, con i gomiti sulle ginocchia e il mento poggiato sulle mani. I suoi capelli viola corti ondeggiavano nella brezza leggera, dando al giovane un aspetto ancora piГ№ infantile.

В«Che diavolo ci fai qui?В» gli chiese Kotaro.

Kamui sorrise senza guardarlo e annuì verso il college in lontananza. «Aspetto che inizi la lezione.».

L’altro scosse la testa e proseguì, poi si fermò di nuovo e si voltò di scatto, «Ma che dici? Tu non frequenti questa scuola.».

Kamui gli fece l’occhiolino e svanì lentamente con una pioggia di polvere arcobaleno scintillante, dicendo: «Lo so.».

Kotaro lanciò un’occhiataccia alla polvere che vorticò prima di svanire completamente. «A volte quel ragazzo è un vero mistero.» disse al vento, poi osservò la pietra. Gli sembrò di sentire dei passi frettolosi ma non se ne rese davvero conto finché qualcuno non gli diede un colpetto sulla spalla. Sussultando, si voltò e vide Hoto e Toki che cercavano di riprendere fiato con le mani appoggiate sulle ginocchia. «Perché avete corso?» gli chiese con un ghigno.

Hoto gli porse un foglietto di carta, «Per te… dalla polizia… è importante.».

Kotaro lo prese, «Dalla polizia, eh? Dev’essere davvero importante, per farvi correre come due forsennati.».

Toki annuì prima di lasciarsi cadere su un fianco per riposare. Hoto s’inginocchiò e poggiò la testa sull’erba.

В«Siete le due persone piГ№ pigre che io abbia mai visto.В» si lamentГІ Kotaro scherzosamente.

«Mi fa male un fianco.» piagnucolò Toki, «Devo tornare… in ufficio… c’è l’aria condizionata.».

Kotaro sospirò rassegnato e li lasciò aspettare al caldo mentre leggeva il biglietto. Poi strinse la mano, accartocciando il foglio che aveva appena ricevuto dalla centrale di polizia non lontano dal campus. Un’altra ragazza era scomparsa senza lasciare traccia. Lui aveva trascorso parecchio tempo a indagare sulle sparizioni delle ragazze e, alla fine, tutto riconduceva al college in cui adesso era capo della sicurezza.

I suoi pensieri tornarono subito alla sua amata Kyoko. L’aveva ritrovata e, proprio come si aspettava, Toya non era lontano. Era rimasto sorpreso nel vedere che era rinato come un umano normale, o almeno così sembrava.

A volte percepiva il vero Toya nascosto… ignaro della sua stessa esistenza, eppure quella parte di sé era rimasta latente. “Grazie, Dio, per le piccole gioie.” pensò, passandosi una mano tra i capelli mossi dal vento.

Era contento che nessuno dei due ricordasse il passato… era un qualcosa che era meglio dimenticare. Avrebbe voluto avere lo stesso privilegio di dimenticare… invece il ricordo rimaneva e spesso lo svegliava di notte, facendogli sudare freddo.

Uscendo dal parco si ritrovò sul sentiero di fronte al campus. Alzò lo sguardo nella direzione in cui viveva Kyoko. Si accigliò preoccupato mentre sentiva il bisogno di andare a controllare “la sua donna”.

Kotaro aveva la parte più lunga dei capelli raccolta in una cosa bassa, mentre il resto era sempre spettinato dal vento, conferendogli l’aspetto di un teppistello punk che, tuttavia, gli si addiceva. Quell’aspetto gli era servito più di una volta, negli ultimi anni.

Era alto e aveva muscoli esili, ma ciò poteva ingannare… non aveva un filo di grasso ed era più forte di cinquanta umani messi insieme. Le uniche persone che conoscevano la sua forza sovrumana erano quelle che decidevano di sfidarlo o che osavano ostacolarlo. E quei pochi erano troppo spaventati per dire una sola parola. Nessuno nel campus conosceva il lato segreto di Kotaro e lui voleva mantenerlo tale.

Era responsabile della sicurezza di ogni persona che si trovava nel campus, che fosse un visitatore, uno studente o un membro della facoltГ . Le sparizioni delle ragazze erano iniziate da circa un mese, ad un ritmo allarmante.

Un ringhio cupo gli si formò nel petto mentre inspirava i profumi nell’aria. L’aria era contaminata da un odore antico… malvagio. Kotaro si stava avvicinando al responsabile di qualcosa che andava ben oltre le semplici sparizioni… lo sentiva. Mettendo da parte quei pensieri, si diresse a passo svelto verso gli appartamenti che ospitavano molti studenti universitari.

Sarebbe andato a controllare Kyoko e, se lei glielo avesse permesso, non l’avrebbe lasciata da sola per il resto della giornata… e della notte. Sperava solo che Toya non fosse di nuovo con lei, oggi. La voleva tutta per sé. Dopotutto, lei era la sua donna e quel ragazzo avrebbe dovuto farsi una vita.

Rallentò per un istante per l’ironia di quel pensiero… era contento che Toya almeno avesse una vita da vivere, adesso. Sorrise quasi divertito mentre lo minacciava mentalmente se non avesse smesso di perseguitare Kyoko.

L’idea di sedere accanto a lei sul suo comodo divano, a mangiare popcorn e guardare qualche film di cattivo gusto sembrava la serata perfetta. Lo facevano almeno una volta a settimana e quello era il suo giorno preferito, il suo momento indisturbato con la bella ragazza dai capelli ramati. Non gli importava se guardavano un film o chiacchieravano semplicemente… gli piaceva sentirla rannicchiata accanto a sé.

Kotaro sorrise compiaciuto, chiedendosi come sarebbe stato averla sempre accanto… di giorno e di notte.

Il suo ghigno svanì con un pensiero… Kyoko non lo aveva scelto al posto di Toya, non ancora. Almeno non in questa vita. “Certe cose non cambiano mai.” si disse. Poi alzò lo sguardo al cielo come per inviare un silenzioso e sarcastico “Grazie per l’aiuto.” a chiunque lo stesse ascoltando da lassù. Qualcosa gli diceva che gli dei dovevano avere un inquietante senso dell’umorismo.


*****

Gli esami finali erano finalmente terminati e Kyoko aveva cantato quelle parole per tutto il pomeriggio. Era stata brava e aveva studiato fino a sentirsi male, ma la fatica aveva dato i suoi frutti. Sapeva di aver superato quei terribili test. Quel pensiero le aveva fatto quasi venire voglia di tornare a casa ballando.

In effetti, la prima cosa che aveva fatto dopo aver varcato la porta, era stata lanciare i libri come se fossero infetti e, alla fine, aveva ceduto all’impulso… aveva improvvisato una danza della felicità proprio lì, sulla porta.

Poi aveva ripetuto dei passi che aveva visto fare a Toya una volta, e si era diretta verso il bagno continuando a scuotere il sedere. Aveva deciso di fare un bagno caldo e di farlo come si deve, perciГІ accese lo stereo e prese delle candele.

Mentre la vasca si riempiva, continuava a canticchiare per la vittoria e iniziò a spogliarsi lanciando i vestiti per aria. “Molto probabilmente troverò qualcosa appeso al ventilatore, dopo.” pensò tra sé, poi scrollò le spalle ed entrò in acqua.

ScivolГІ giГ№, lasciando che le bolle le accarezzassero il collo e le spalle. I suoi occhi verde smeraldo, che a volte diventavano burrascosi in un istante, brillavano di contentezza.

I suoi capelli erano raccolti in modo spettinato e la sua pelle setosa era nascosta dalla schiuma. Si sentiva felice e tutto quello che voleva fare davvero era rilassarsi per il resto della giornata. Un po’ di musica soft in sottofondo, alcune candele profumate accese in tutto il bagno ed ecco l’ambiente perfetto.

Chiuse gli occhi, sapendo che avrebbe rivisto presto la sua immagine… come se la stesse aspettando. Quello era un suo segreto.

Gli occhi color ghiaccio la guardavano nella sua mente. Lo sognava così tante volte, di notte, che adesso lo vedeva anche di giorno. Più sprofondava nel sogno, più diventava reale finché non le sembrò che lui fosse davvero lì… inginocchiato accanto alla vasca.

Lui accennò un sorrisetto sensuale mentre allungava una mano per toglierle l’asciugamano… i suoi occhi erano luminosi come una fiamma blu.

В«I sogni sono belli.В» sussurrГІ lei, girando la testa per lasciargli fare ciГІ che voleva.

«Drin drin!» uno dei suoni più fastidiosi al mondo echeggiò in tutto l’appartamento. Kyoko scattò in avanti, facendo scivolare l’acqua fuori dal bordo e sul pavimento. Sfiorandosi la guancia, sentì il calore e arrossì mentre il telefono continuava a squillare.

В«Accidenti!В» si alzГІ subito, sapendo che il telefono era in soggiorno. AfferrГІ la vestaglia di seta e se la infilГІ mentre correva a rispondere.

Rendendosi conto di aver lasciato una scia d’acqua, si appuntò di ricordarsi di portare il cordless in bagno, la prossima volta.

Dall’altro capo del telefono, Suki tamburellava con le dita sul ripiano della cucina, augurandosi che Kyoko si sbrigasse a rispondere. Aveva la fastidiosa sensazione che Shinbe sarebbe stato lì da un momento all’altro e non voleva fargli sapere quello che stava pianificando.

Udì un “clic” ed esclamò: «Era ora!».

Kyoko scostò il telefono dall’orecchio e lo guardò storto, poi lo riavvicinò. «Suki, ero nella vasca!» si lamentò, guardando con nostalgia la porta del bagno, dove l’acqua calda e il profumo di gelsomino la stavano ancora aspettando. La invitavano a tornare di là… e anche il sogno. Si morse il labbro inferiore mentre distoglieva lo sguardo.

В«Sei nuda?В» le chiese Suki ridacchiando, sapendo che arrossiva facilmente.

«Suki!» gridò Kyoko. La sua amica aveva un senso dell’umorismo distorto, probabilmente passava troppo tempo con Shinbe. Sorrise maliziosamente mentre rispondeva: «Ti serviva qualcosa? Perché ho un bagno caldo e pieno di vapore che mi chiama e tu stai interrompendo il mio appuntamento.».

«Appuntamento?» chiese Suki alzando gli occhi al cielo, «Tu hai bisogno di aiuto, Kyoko. Chi è che farebbe un bagno romantico da solo? Usa almeno un pizzico di immaginazione e pensa a un uomo sexy che ti lava la schiena.», poi sospirò, ignara di quanto si avvicinassero alla realtà le sue parole. «Comunque, stasera usciamo per festeggiare la fine degli esami.» continuò, «Non accetto un “no” come risposta, perciò inizia a prepararti. E metti le cose che abbiamo comprato la settimana scorsa.». Suki inspirò profondamente e riprese subito prima che Kyoko potesse dire qualcosa: «Preparati per le sette e mezza. Ti voglio bene. Ciaooo!».

Kyoko rimase a bocca aperta quando la linea cadde, avrebbe voluto dire “no” alla prima occasione ma non ne aveva avuto il tempo. Lanciò un’occhiataccia verso la parete del soggiorno che divideva i loro appartamenti, chiedendosi se Suki avesse chiamato da lì o fosse in giro.

Vide l’identificativo del chiamante e sospirò: «Cellulare, ovviamente.». Sfondare il muro non sarebbe servito, allora. Tuttavia, l’idea di strozzarla con le sue stesse mani la fece sorridere. «Posso inventare una scusa, però.» si disse e, lanciando il cordless sul bancone, Kyoko guardò la vestaglia di seta che adesso le si era appiccicata addosso. L’acqua sulla sua pelle era diventata fredda e le stava dando i brividi, quindi decise di tornare in bagno.

«Drin drin!», Kyoko sussultò, poi alzò un sopracciglio e mormorò: «Spero che sia Suki così posso dirle quanto odio essere comandata a bacchetta!». Prese il telefono e rispose ad alta voce: «Pronto?».

Toya sorrise per il suo tono, В«Ehi, tua madre non ti ha insegnato ad essere educata quando rispondi al telefono?В».

Kyoko aveva voglia di aprire la finestra e far cadere il telefono nel vuoto. «Perché nessuno vuole lasciarmi finire di fare il bagno, oggi?» piagnucolò, sbattendo un piede a terra, e facendo strisciare l’aria fresca sotto la vestaglia.

Il ghigno di Toya svanì mentre la sua immaginazione si scatenava e delle visioni erotiche iniziavano a danzare nella sua mente. «Sei nu…» s’interruppe prima di chiederle se era nuda e, scacciando quel pensiero, fece un respiro profondo per calmarsi, nella speranza di tenere sotto controllo i suoi ormoni ormai infuriati. “Accidenti, che bella immagine…” pensò.

Kyoko si accigliГІ, chiedendosi se lui non fosse accanto a Suki in quel momento.

Toya riprovГІ: В«Ehm, non importa. Ascolta, stasera andiamo al cinema, perciГІ preparati.В».

Lei restrinse lo sguardo, quella doveva essere la giornata di chi dava ordini. В«Stasera sono impegnata.В» gli disse. Naturalmente il suo piano era quello di stare in ammollo nella vasca da bagno e poi guardare un film sul divano. Magari si sarebbe anche addormentata, senza nessuno che le dicesse di uscire.

«Che cosa?! Annulla tutto, tu esci con me!» le ordinò Toya, irritato che lei non facesse quello che voleva lui… come se non fosse sempre così.

Kyoko chiuse gli occhi e scostò il telefono, ripetendo a se stessa: “Non buttarlo fuori dalla finestra, non buttarlo fuori dalla finestra.”. «Toc toc.»… Kyoko si voltò verso la porta. “Adesso lo lancio a chiunque stia bussando a quella dannata porta!” gridò mentalmente, sentendo il suo lato cattivo che sogghignava.

Si diresse con calma verso la porta e la aprì, poi sbirciò per vedere chi fosse. «Kotaro.» sussurrò quasi senza fiato, poi chiuse la bocca con aria colpevole, sperando che lui non se ne fosse accorto.

Gli occhi di Kotaro s’illuminarono e si oscurarono al tempo stesso quando la porta si aprì. Era contento di vedere che Kyoko stava bene… e che non era completamente vestita. Rimase perplesso per il modo in cui aveva pronunciato il suo nome. Premendo la mano contro la porta, la aprì con il suo solito sorriso fiducioso mentre le passava accanto… quasi toccandola.

«Come sta la mia ragazza, oggi?» le chiese, entrando nell’appartamento come se fosse suo.

“Non commetterò nessun omicidio e non lancerò il telefono.” continuava a ripetersi Kyoko mentre lui la guardava con quel sorriso mozzafiato. All’improvviso le sembrava che l’aria condizionata avesse smesso di funzionare.

Come faceva quel tipo, che poteva essere descritto come il sesso in persona, ad influenzarla in quel modo? Le veniva sempre la voglia di gettarlo a terra e lanciarglisi addosso. Scuotendo la testa, sussultò quando si rese conto che la vestaglia si era aperta un po’. Non si vedeva niente ma aveva comunque troppa pelle scoperta, e arrossì.

Toya s’irrigidì quando sentì il campanello e poi la voce di Kotaro. Gridò al telefono per attirare l’attenzione di Kyoko: «Accidenti, Kyoko! Che diavolo ci fa Kotaro lì?». Poi s’interruppe, arrabbiato per il fatto che la guardia di sicurezza si fosse presentata di nuovo nell’appartamento della sua Kyoko.

Kyoko fece una smorfia quando l’urlo del telefono risuonò forte e chiaro nel soggiorno. Guardando l’orologio da parete, capì che doveva iniziare a prepararsi, altrimenti Suki sarebbe stata la prossima a bussare alla porta. Adesso ne aveva abbastanza. Si voltò e si avvicinò al ripiano con l’intenzione di riagganciare il telefono.

Lo prese e gridГІ: В«Ci vediamo piГ№ tardi!В». E uno era sistemato.

Kotaro sorrise, sapendo che era stato Toya a gridare. Il suo sguardo si posГІ sulla seta che avvolgeva Kyoko come una seconda pelle e non potГ© fare a meno di avvicinarsi. Chiuse lentamente gli occhi per un istante mentre inspirava profondamente, adesso il suo corpo era a pochi centimetri. Il pensiero di toccarla senza contatto gli faceva venire voglia di stringerla.

Si sporse in avanti avvicinandole la bocca all’orecchio, prima di sussurrare il suo nome. Le sue labbra si ammorbidirono, così come i suoi occhi blu di ghiaccio. Spesso desiderava che lei ricordasse il passato… e quanto erano vicini un tempo. Che cos’avrebbe fatto se avesse ricordato che avevano vissuto insieme? Lui, lei e Toya… affinché entrambi potessero proteggerla.

Kyoko rimase senza fiato mentre sentiva i brividi sul collo e sulla guancia. Era abbastanza difficile rimanere lucida con lui così vicino e le sembrava che la stesse toccando anche se non lo stava facendo. Ricordando cosa stava facendo nella vasca, arrossì.

Continuò a voltargli le spalle per nascondersi e scacciò il ricordo del bagno. Chiudendo gli occhi, lottò contro l’impulso di appoggiarsi a lui e dovette afferrarsi al ripiano per farlo.

Kotaro aveva voglia di intrappolarla lì tra le sue braccia ma si trattenne. Sentiva il profumo del bagnoschiuma che aveva usato, ma un altro odore attirò la sua attenzione… eccitazione? Sentendosi indurire, si scostò da lei.

Passandosi una mano tra i capelli, si mise a distanza di sicurezza, sforzandosi di ignorare la scossa nel suo stomaco… Perché era tornato di nuovo lì? Era qualcosa di importante.

Sentiva il proprio istinto protettivo che scalciava per ricordargli la notizia che aveva ricevuto. В«Passi la serata con me?В», il tono innocente della domanda nascondeva un doppio significato.

Kyoko respirò piano ancora una volta, pronta a combattere i propri sentimenti. Sarebbe stato troppo pericoloso stare da sola con lui. All’improvviso aveva voglia di ringraziare Suki per averla costretta ad uscire.

Vedendo il suo cipiglio, Kotaro aggiunse rapidamente: «Possiamo fare quello che vuoi. Noleggiare un film e stare a casa… o uscire.».

«Noleggiare un film e stare a casa…» ripeté Kyoko, pensando che era esattamente quello che voleva fare. Poi, notando gli occhi di Kotaro che s’illuminarono, si corresse subito: «Era quello che volevo fare, se non fossi stata trascinata nei piani di qualcun altro. Mi sarebbe piaciuto restare sveglia a guardare film con te ma mi dispiace, non posso.». Sorrise per scusarsi, imprecando mentalmente per essersi persa una serata piuttosto calda con quel bel fusto.

Kotaro afflosciò le spalle ma sorrise, sapendo che lei non voleva ferirlo. Capì che lei voleva che restasse e si chiese come mai… aveva il suo stesso desiderio? Per lui, Kyoko era la gemma più preziosa della Terra e avrebbe fatto il possibile per farla sorridere e proteggerla allo stesso tempo.

Dopotutto, aveva aspettato piГ№ di mille anni solo per rivederla.

Volendo assicurarsi che fosse fuori pericolo, le chiese: «Allora, che programmi hai? Magari potrei unirmi.». Le fece un sorriso birichino, sperando che funzionasse, altrimenti avrebbe potuto seguirla…

Kyoko sapeva che Suki non sarebbe stata d’accordo, una “serata al femminile” era un’uscita di sole donne. Sapeva anche che, se Kotaro avesse scoperto che uscivano da sole, si sarebbe accodato presentandosi per caso. L’aveva fatto parecchie volte.

Toya era invadente, mentre lui cercava sempre di essere discreto, anche se, quando erano nella stessa stanza, sembravano comportarsi quasi allo stesso modo e si punzecchiavano costantemente. Entrambi avevano un cuore d’oro e lei lo sapeva. In un certo senso li amava entrambi… così tanto da stare male, ecco perché aveva deciso di non scegliere nessuno e rimanere single, per il momento. Onestamente, non voleva ferire i sentimenti di nessuno dei due.

Ma sapeva per certo che, se Kotaro avesse creduto che sarebbe uscita con Toya, non si sarebbe preso la briga di seguirla. O almeno così sperava.

«Mi dispiace ma ho un appuntamento con Toya, ti prometto che sarà per un’altra volta.» gli disse, poi abbassò lo sguardo, sentendosi a disagio per la bugia, ma era l’unico modo per toglierselo di torno. Notò che lui fece un passo avanti e quindi indietreggiò, mordendosi il labbro inferiore quando rimase bloccata dal tavolo.

Kotaro sentì la gelosia vibrare dentro di sé ma la tenne sotto controllo. Il suo unico conforto era che, uscendo con Toya, Kyoko non sarebbe stata una delle prossime ragazze scomparse.

E poi, sapeva che Kamui sorvegliava segretamente entrambi. Mentalmente, doveva ammettere che Toya era iperprotettivo nei suoi confronti e quindi l’avrebbe tenuta al sicuro. Voleva essere lui a proteggerla, quella sera, ma sarebbe stata comunque al sicuro.

Kyoko alzò lo sguardo e lui capì che temeva che lui l’avrebbe fermata… in realtà voleva fermarla ma non lo avrebbe fatto. Lei avrebbe fatto la sua scelta.

Annuendo con riluttanza, le prese la mano e la trattenne per un momento, guardandola negli occhi. Capì che aveva una giornata difficile, decifrava i suoi sentimenti attraverso il colore dei suoi occhi… aveva imparato a farlo tanti secoli fa. Desiderava solo che lei ricordasse.

«D’accordo, allora. Ci vediamo domani. Stai attenta, dolcezza.». Chinandosi, le sfiorò la fronte con le labbra e si voltò per andarsene.

Kyoko sorrise, «Grazie, Kotaro.». La fronte le formicolava nel punto in cui le sue labbra calde l’avevano toccata. Era contenta che fosse più facile da gestire rispetto a Toya. Le baciava spesso la guancia, la fronte o la mano, lasciando quel punto sempre accaldato.

Si chiese che cosa avrebbe pensato se avesse saputo che non aveva mai ricevuto un bacio sulle labbra. Nessuno avrebbe mai creduto che, a diciotto anni, era ancora pura… fisicamente. Arrossì di nuovo, sapendo che i suoi pensieri non erano troppo irreprensibili. Era tutta colpa di quel cuore traditore che batteva ogni volta che pensava a lui.

Kotaro aprì la porta ma si fermò e, sorridendo, aggiunse: «Ricorda, sei comunque la mia ragazza.». Se ne andò chiudendo la porta, e sogghignò per quel commento.

Sapeva che lei non avrebbe superato il limite con Toya e non era preoccupato. Anche in passato, quando entrambi si scontravano, lei prendeva sempre le sue difese a scapito di Toya. Aveva sempre amato l’altro ragazzo ma Kotaro sapeva che, in realtà, era innamorata di lui. La velocità del suo battito cardiaco quando erano vicini svelava sempre i suoi veri sentimenti… in questa vita come in passato. Doveva solo aspettare che lei se ne rendesse conto ancora una volta.

Kotaro inspirò, assaporando il suo profumo. Sentiva l’odore della sua purezza e lei non era una persona che prendeva alla leggera una cosa del genere. Era così innocente e quel pensiero fece svanire il suo sorriso. Non era così sicuro di volere che lei scoprisse il lato oscuro di questo mondo… non voleva rischiare la sua felicità. Neanche lui era come lei credeva. Sapeva che Kyoko lo avrebbe accettato in entrambi i modi, ma il ricordo della sua morte gli impediva di parlarle del passato. Alcune cose era meglio non ricordarle.

Mentre usciva dall’edificio e tornava sul marciapiede, Kotaro alzò lo sguardo verso la sua finestra, chiedendosi che cos’avrebbe fatto quando avrebbe scoperto la verità su di lui. Le avrebbe detto tutto… ma non era ancora il momento. Come fai a spiegare che sei più vecchio di qualsiasi essere umano e che hai dei poteri che si vedono solo nei film?

Scosse la testa mentre tornava verso il college, contemplando la sua prossima mossa riguardo alle ragazze scomparse.

Sapeva che cosa stava accadendo e, probabilmente, erano già morte… o non morte, almeno. I suoi occhi brillarono di rabbia per un momento, rivelando il lato oscuro della sua anima di Lycan. Doveva rintracciare l’odore di quei maledetti succhiasangue e di chi li guidava, prima che trovassero di nuovo Kyoko.




Capitolo 3


Kyoko setacciò l’armadio alla ricerca del vestito che Suki l’aveva convinta a comprare lo scorso fine settimana. Ridacchiò tra sé ricordando che Shinbe le aveva seguite per dare dei consigli su qualsiasi cosa volessero. Il clou era stato quando era sgattaiolato nel camerino delle signore.

Da dietro la tendina, si era finto un assistente e aveva chiesto a Suki se aveva bisogno di aiuto con la zip.

Lei aveva risposto di sì e si era voltata. Kyoko era quasi caduta quando Shinbe fu scagliato contro la parete opposta.

Le aveva chiesto come avesse fatto a capire che era lui e la sua amica aveva risposto: В«Non credo che permetterebbero a un assistente gay di entrare nel camerino delle signore e, quando ha infilato la mano nel vestito invece di tirare su la zip, si ГЁ fatto smascherare.В».

«Povero Shinbe.» sospirò Kyoko mentre estraeva una camicetta bianca, corta e arricciata, con maniche di seta che si allargavano dal gomito al polso. La trovava davvero carina, In un certo senso le ricordava la veste di un angelo ma più sexy. Era abbastanza corta da mostrare l’ombelico, con la minigonna nera che le fasciava i fianchi.

Dopo essersi vestita e aver trovato le scarpe adatte, si legГІ i capelli in uno chignon spettinato, lasciando qualche ciocca libera. Si truccГІ e indossГІ una catenina con un ciondolo a forma di goccia, era pronta per andare ovunque Suki avesse intenzione di portarla.

Avrebbe voluto poter dire a Kotaro dove stavano andando, ma nemmeno lei sapeva la risposta. Si morse il labbro inferiore rendendosi conto di sentire la sua mancanza, poi cercò di scacciare la malinconia perché Suki l’avrebbe notata.

L’ultima cosa di cui aveva bisogno era la sua migliore amica che le faceva un milione di domande alle quali non voleva rispondere.


*****

Shinbe si passГІ le dita tra i capelli mentre si appoggiava allo stipite della porta, sorridendo. Si era precipitato da Suki quando per telefono gli aveva detto di non passare perchГ© sarebbe uscita.

“S’illude se pensa di potersi liberare di me così facilmente.” si disse con un sopracciglio alzato.

Quando lei aprì la porta con i capelli ancora avvolti in un asciugamano, le disse: «Oh… mi sono perso te che facevi il bagno?». Fece un sorrisetto vedendo la sua espressione. Non appena aveva incontrato Suki e Kyoko aveva sentito il bisogno di stare vicino a loro in ogni momento. Spesso uscivano in quattro insieme a Toya.

Suki sapeva che lui si considerava “il suo ragazzo” solo perché era l’unico con cui usciva, ma non gradiva molto la sua petulanza. Tentò di nascondere il rossore che minacciava impadronirsi de suo viso e ribatté: «Ci vorrebbe la candeggina e una palla da demolizione per sgomberare una mente come la tua.».

Lui le si avvicinò mentre i suoi occhi di ametista si oscuravano in modo attraente. «Se mi fai entrare… penso che potrei trovare un motivo per farti fare un altro bagno.» le disse.

Suki sentì il proprio battito cardiaco accelerare al suono della sua voce roca e fece un paio di passi indietro mentre lui faceva alcuni passi avanti, chiudendo la porta dietro di sé. Decidendo di non fargli prendere il sopravvento, gli lanciò uno sguardo di avvertimento e fu ricompensata quando lui si fermò. Se avesse scoperto che effetto aveva su di lei… sarebbe finita davvero nei guai.

«Ascolta, devo finire di prepararmi perché stasera ho un impegno. Te l’ho già detto al telefono, ricordi?» gli disse. Sapeva che sarebbe venuto comunque… se non altro per provare a scoprire dove sarebbe andata.

Togliendosi l’asciugamano dalla testa, si diresse verso il bagno, parlando ad alta voce per farsi sentire: «Possiamo fare qualcosa domani sera, ok?».

Shinbe si appoggiГІ alla penisola che separava la cucina dal soggiorno. Stava per iniziare a lamentarsi quando il suo sguardo cadde su un volantino poggiato sul ripiano. Lo prese e lo esaminГІ rapidamente.

Alzò le sopracciglia per quell’illuminazione.

IL CLUB PIГ™ GRANDE E FAMOSO DELLA CITTГЂ

“CLUB MIDNIGHT”

SPECIALE VENERDГЊ SERA

“SERATA AL FEMMINILE”

Le parole “serata al femminile” erano state cerchiate con la penna. Shinbe poggiò il volantino dov’era e si diresse verso il bagno. Nascose il proprio sorriso mentre entrava senza bussare e sgattaiolò dietro Suki, che stava per spazzolarsi i capelli.

«A domani allora.» le sussurrò all’orecchio, poi la baciò su una spalla. Poi si voltò per andarsene senza dire altro.

Suki rimase immobile a fissarsi allo specchio, non le piacevano le vibrazioni che aveva appena sentito. Non era da Shinbe arrendersi senza supplicarla. Essendo troppo bello per essere vero, si affrettò e finì di prepararsi. Temendo che Shinbe avesse in mente qualcosa, decise di andare da Kyoko un po’ prima del previsto.


*****

A diversi chilometri di distanza, due penetranti occhi rossi guardavano fuori dalla finestra di un attico con vista sulla cittГ . Lunghe onde di capelli neri e setosi ricadevano lungo una schiena nuda, in contrasto con la pelle pallida come la luna. Il suo viso angelico era sorprendente, con lineamenti ben definiti, e il suo corpo era asciutto e scolpito come quello del mitico dio Adone.

Brillava al chiaro di luna e i muscoli sembravano danzare ad ogni movimento. Era bello per chiunque lo guardasse, eppure la sua anima oscura era malvagia e letale. Un sorriso apparve sulle sue labbra perfette mentre i suoi pensieri si rivolgevano agli eventi della sera prima.

Voltandosi, iniziГІ a prepararsi per la serata. Il suo sguardo si posГІ sulla sedia della regina Anna accanto al fuoco, e sulla giovane studentessa universitaria che vi sedeva senza vita. Hyakuhei sogghignГІ mentre pensava al sangue fresco che aveva bevuto la sera prima.

“Peccato, era così bella.” si disse. Si leccò le labbra, ricordando il piacere mentre prendeva la ragazza e si nutriva di lei. Non si sarebbe mai stancato delle giovani donne che attirava e prendeva per sé.

Quella sera sarebbe andato in un famoso locale notturno per cacciare la sua preda e doveva essere sicuro che i suoi “figli” fossero nutriti. Le “serate al femminile” davano sempre buoni frutti, per le creature della notte erano come un buffet di carne senza fine.

Lui era un potente signore dei vampiri e nessuno osava ostacolarlo o mettere in discussione la sua forza. Il piacere era stato il suo unico desiderio per oltre mille anni, ma adesso voleva di più. Voleva ciò che era suo di diritto. Si accigliò mentre meditava sull’oggetto che era diventato la sua ossessione mentre aspettava che rinascesse nel mondo. Il leggendario Cuore di Cristallo Protettore.

Il cristallo sacro era un gioiello che si diceva fosse in grado di dare a un vampiro la capacitГ  di camminare alla luce del giorno. Secondo la leggenda, una ragazza con il sangue non contaminato e il cuore di una bambina possiede il gioiello nel proprio corpo. Sarebbe una sacerdotessa di altissimo livello e con un potere enorme, la protettrice e la custode del cristallo.

Riportò il suo sguardo oscuro verso il cielo notturno, dove una luna rosso sangue incombeva dall’alto. «Ti ho perso una volta, mia cara sacerdotessa, ma non commetterò errori, ti ritroverò.». Restrinse lo sguardo e promise: «Questa volta avrò sia te che il cristallo…».


*****

Lo scorso fine settimana Suki aveva fatto shopping con Kyoko proprio per questa serata, ma non l’aveva detto alla sua amica. Anche lei aveva comprato un vestito. Tirandolo fuori dall’armadio, se lo infilò con trepidazione. Era un abito tutto nero e molto attillato, se n’era innamorata appena l’aveva visto.

“Meno male che Shinbe non c’è.” pensò con un sorrisetto mentre si guardava allo specchio. Era molto corto ma non lasciava intravedere granché… solo quel tanto che bastava per stuzzicare l’immaginazione. Si legò i capelli con un elastico nero, si truccò e, dopo aver preso le chiavi, si diresse verso l’appartamento di Kyoko.

Kyoko uscì dalla sua camera sperando di avere il tempo per fare uno spuntino prima di uscire ma, prima ancora di arrivare in cucina, qualcuno bussò alla porta.

“Oddio, speriamo che non sia Toya.” pensò, chiedendosi se avrebbe dovuto rispondere o no. Mancavano ancora venti minuti all’appuntamento con Suki, perciò decise di ignorare i colpi alla porta per il momento, intimorita da chi poteva essere.

Г€ incredibile come la paura ci faccia sentire bambini. Kyoko alzГІ un sopracciglio e trattenne il respiro.

I colpi divennero un po’ più forti ma, questa volta, furono seguiti da una voce: «Avanti, Kyoko, lo so che ci sei. Non farmi sfondare questa porta!».

Kyoko alzò gli occhi al cielo per il tono di Suki. Aprì la porta e si sentì trascinare fuori all’istante. «Forza, sbrighiamoci. Ho la brutta sensazione che, se non ce ne andiamo subito, Shinbe tornerà qui o chissà cosa.». Kyoko ebbe a malapena il tempo di chiudere a chiave la porta prima che Suki la tirasse fuori.


*****

Kyou aprì le pesanti tende nere della finestra adesso che era arrivato il crepuscolo. I suoi lunghi capelli argentati svolazzarono come un ventaglio mentre apriva la finestra, permettendo al vento di accarezzare il suo viso angelico. Vestito di nero, sembrava un angelo caduto.

Il denaro gli aveva dato la libertà di stabilire i propri orari e il potere gli garantiva che non sarebbe stato disturbato. Acquistando l’ultimo piano dell’hotel più costoso della città, si era assicurato la solitudine di cui aveva bisogno e la vista che desiderava. Guardando dall’altra parte della strada, vide che si era già formata una fila all’ingresso del “Club Midnight”, il club più famoso della città. Era il posto perfetto in cui le creature della notte potevano sfamarsi.

In coda c’erano moltissime studentesse viziate, insieme ai teppistelli che le accompagnavano. Gli occhi di Kyou erano colmi di disprezzo mentre scrutare la fila, chiedendosi quale di loro avrebbe attirato l’attenzione dell’uomo cui dava la caccia. Chi sarebbe stata la prossima vittima di Hyakuhei?

Kyou sentiva la sua presenza nella cittГ  e si chiedeva se Hyakuhei sentisse la morte che lo perseguitava. Questa volta le cose erano diverse. Kyou lo aveva trovato troppo facilmente, come se Hyakuhei gli avesse lasciato una traccia da seguire. Le morti e le sparizioni delle studentesse del college erano un palese biglietto da visita che portava solo ad una persona.

Non gli piaceva il pensiero che Hyakuhei lo avesse condotto lì. «Non sono più sotto il tuo controllo.» ringhiò Kyou mentre gli gocciolava il sangue tra le dita serrate, e i suoi occhi divennero rosa. «Tu non hai alcun potere su di me… non più!». Placando la propria rabbia, assunse di nuovo un’espressione impassibile e nascose la propria aura. Era giunta l’ora che il predatore diventasse la preda.

Se avesse percepito la forza vitale di Hyakuhei, avrebbe dovuto muoversi con cautela per evitare che anche lui percepisse la sua.


*****

Kyoko era sorpresa da quanto fosse grande la discoteca. Rimase a bocca aperta quando entrarono nell’enorme parcheggio. Suki era voluta arrivare prima per evitare la fila ma, a quanto pare, c’erano già molte persone, perciò scesero di fretta dall’auto. Kyoko vide dei volti familiari del college che frequentavano e sorrise quando notò che c’era anche il suo vecchio amico Tasuki.

Il ragazzo aveva notato Kyoko e Suki tra la folla. Si era lasciato convincere dai suoi amici, non aveva niente di meglio da fare ora che gli esami erano finiti, perciГІ aveva accettato volentieri. Era bello e aveva un bel fisico, con capelli castani lunghi fino alle spalle e occhi color cioccolato che facevano sciogliere il cuore a tutte le ragazze.

Era uno dei ragazzi più popolari del campus, ma era noto soprattutto per i punteggi alti che aveva ricevuto in tutti i corsi ed era più gentile della maggior parte dei ragazzi. Era anche una delle persone più ricche dell’istituto e, sebbene non ostentasse mai nulla, la sua reputazione ne beneficiava.

Facendosi strada tra la folla, si avvicinò a Kyoko con un sorriso. La conosceva dai tempi delle medie e aveva sempre avuto una cotta segreta per lei. Erano usciti insieme ma niente di serio… erano amici ed era anche passato molto tempo dall’ultima volta che erano usciti.

Le avrebbe chiesto di uscire più spesso, ma quel Toya e il capo della sicurezza le ronzavano sempre intorno, ultimamente. L’ultima volta che le si era avvicinato mentre lei era con uno di loro, gli era sembrato di sentire un ringhio.

Si guardò attorno nervosamente, sperando che fosse da sola. Non che ne avesse paura… no, mai.

Suki notò il nervosismo di Tasuki e scoppiò a ridere. «Tranquillo, siamo venute da sole.» gli disse, poi sorrise per lo sguardo confuso di Kyoko e afferrò Tasuki per il gomito, facendolo mettere in fila con loro. Lei e gli altri che lo conoscevano sapevano che provava qualcosa per Kyoko… che era l’unica a non saperlo.

Kyoko arrossì quando Tasuki si girò, non si era resa conto di quanto fosse diventato alto. «Ciao Tasuki, da quanto tempo. Ho sentito che anche quest’anno stai andando alla grande con i voti.». Il suo viso s’illuminò, era passato troppo tempo da quando erano usciti l’ultima volta. Si era sempre sentita al sicuro con lui… come se fossero migliori amici. Le era mancato.

Tasuki le rivolse un lieve sorriso, apprezzando il fatto che lei non lo avesse dimenticato. Forse aveva ancora una possibilità. Voleva davvero la possibilità di dimostrarle che gli importava ancora di lei e che voleva stare con lei, e che non era “fuori dalla sua portata” come aveva sempre creduto.

Per qualche motivo, Kyoko era convinta che lui volesse vederla solo perchГ© erano amici fin dalle scuole medie. Tasuki intendeva chiarire quel malinteso. В«GiГ . Se ti serve aiuto, sarГІ felice di darti ripetizioni quando vuoi.В». Gli venne la voglia di sbattere la testa contro il muro perchГ©, ancora una volta, era sembrato un amico e non come un possibile fidanzato.

Suki scosse la testa vedendo la silenziosa sofferenza negli occhi di Tasuki mentre sorrideva a Kyoko. “Povero ragazzo.” pensò tra sé, poi sorrise maliziosamente. Aveva solo bisogno di una piccola spinta nella giusta direzione.


*****

Kyou osservava la fila di ragazze ingenue che era aumentata. “C’è molta scelta per Hyakuhei.” rifletté. Era sempre la stessa storia, prendeva una vita e spariva… proprio aveva fatto in passato. Si afferrò al davanzale per la frustrazione, pensando a come fermare il massacro.

Sarebbe dovuto andare lì e confondersi tra la folla. Sorridendo al pensiero, riportò l’attenzione sulla fila.

Scrutando di nuovo il parcheggio, si soffermò su tre persone quasi vicine all’ingresso. L’aura che le circondava era sorprendentemente diversa dagli altri umani. Una leggera sfumatura di pura luce bianca che circondava il gruppo abbagliò la sua vista interiore di vampiro.

Riducendo l’intensità, Kyou scosse la testa e le guardò di nuovo. Anche con i sensi intenzionalmente offuscati, riusciva a rilevare un debole bagliore che scorreva attorno alle tre figure. Uno scintillio di polvere arcobaleno pioveva direttamente sopra di loro, oscurando la luce come per nasconderla alla sua vista.

Kyou scrutГІ il cielo ma non vide nulla. Restrinse lo sguardo, comprendendo piГ№ di quanto avrebbe dovuto.

Non aveva mai visto nulla di simile nella sua vita infinita. Un debole ricordo attirò la sua attenzione mentre fissava il gruppetto con gli occhi spalancati. Ricordava le parole di suo fratello minore prima che Hyakuhei lo uccidesse in modo così atroce: “… se trovassimo trovare il Cuore di Cristallo Protettore… allora forse potremmo essere liberi dall’oscurità, fratello…”.

Aveva preso in giro Toya, dicendogli che quel gioiello era solo una leggenda ed era impossibile trovarlo, ma suo fratello aveva insistito: «L’aura di colei che protegge il cristallo brillerà di luce sacra. Non vuoi essere libero?».

Una sensazione malinconica lo pervase con quel ricordo. Avrebbe dato qualsiasi cosa per liberare suo fratello dalla vita cui Hyakuhei lo aveva condannato. La brezza che entrГІ dalla finestra gli soffiГІ via i capelli dal viso come per dirgli di andare, come se Toya stesso gli stesse dicendo di andare.

Lasciandosi avvolgere dall’oscurità, Kyou riapparve indisturbato tra la folla di giovani ignari, continuando a fissare quella luce pura.


*****

Kyoko ridacchiò vedendo che Suki muoveva le sopracciglia verso Tasuki… quella ragazza passava davvero troppo tempo con Shinbe, ultimamente. In risposta, fece una smorfia con gli occhi incrociati, facendola ridere finché Tasuki non si voltò per capirne il motivo.

Suki si appoggiГІ al muro per non cadere e Kyoko scrollГІ le spalle, dicendo a Tasuki: В«ChissГ  che le ГЁ preso, non ГЁ mai stata normale.В», poi alzГІ un sopracciglio e aggiunse: В«Devo farla uscire dal manicomio almeno una volta a settimana, altrimenti peggiora e inizia a rosicchiare gli alberi davanti casa.В».

Tasuki le si avvicinò sorridendo, come se volesse dirle qualcosa all’orecchio, ma poi parlò ad alta voce perché Suki potesse sentire: «Magari stasera, mentre torni a casa, dovresti riportarcela.».

Kyoko annuì sogghignando, poi sentì i peli dietro la nuca drizzarsi come se qualcuno la stesse osservando. Sperando che Toya non le avesse seguite di nascosto, cercò di non pensarci mentre manteneva l’attenzione sui suoi amici.

Alla fine Suki prese fiato e le disse che dopo avrebbero fatto un pigiama party nella cella d’isolamento, poi chiese a Tasuki se voleva unirsi a loro. «Abbiamo anche preso una camicia di forza per l’occasione.» aggiunse, facendo una linguaccia a entrambi.

«Metti via quell’arma tagliente, prima di fare male a qualcuno…» ribatté Kyoko, lasciandola a bocca aperta.

Mentre la fila iniziava a scorrere, Kyoko si guardò alle spalle, chiedendosi chi la stesse osservando. Vedeva solo le luci del parcheggio e un’orda di persone in attesa di entrare, e si accigliò per quella paranoia. La sensazione di disagio che qualcuno la stesse osservando non se ne andava, anzi, la preoccupava. Ricordò l’avvertimento di Kotaro riguardo uno stalker nei pressi del campus e rimpianse di non avergli accennato dove sarebbe andata.

Suki la prese per mano e la trascinò mentre camminava. Kyoko lasciò perdere quella sensazione inquietante quando entrarono nell’edificio e la sua attenzione fu attratta dall’interno dell’enorme club.

Kyou l’aveva vista girarsi come se percepisse la sua presenza. Il suo sguardo si era spostato molto lentamente verso il punto in cui lui si trovava, ma sapeva che non poteva vederlo nell’ombra. Nascosto dal mantello delle tenebre, la osservò mentre entrava nel locale.

I suoi occhi dorati scrutarono la stanza, sapendo che non c’erano soltanto esseri umani in quegli spazi scarsamente illuminati, tuttavia erano minacce lievi che non meritavano la sua attenzione.

Suki si fermГІ nei pressi del bar, in modo da non dover allontanarsi troppo per prendere un drink e avere comunque una buona visuale della pista da ballo. La musica si stava giГ  alzando ma non al punto da urlare per farsi sentire.

Kyoko era stupita da quanto fosse bello quel posto, era contenta di essersi lasciata trascinare lì. Dopotutto, nella vita non esiste soltanto lo studio, che aveva occupato tutto il suo tempo per più di una settimana. Tutta l’energia di quel locale creava dipendenza e lei sorrise eccitata, era uno di quei rari momenti in cui sentiva che poteva accadere di tutto.

Invece di tavoli e sedie veri e propri, c’erano dei divani imbottiti con tavolini di vetro per poggiare le bevande. Viola, blu e nero erano i colori principali e conferivano al club un pizzico di mistero e magia, con tutte le luci che cambiavano colore e creavano una sorta di caos sensuale. L’atmosfera era quasi inebriante.

La penombra dava privacy a coloro che la cercavano e Kyoko arrossì, pensando a tutte le cose che a volte accadevano al buio… cose che lei non aveva ancora sperimentato. Si chiese cosa stesse facendo Kotaro, poi riportò l’attenzione sui suoi amici.

Kyou si sedette nell’angolo più buio, non lontano da quell’aura così pura. Osservando il gruppo, capì che il bagliore proveniva solo da una persona. Il suo sguardo s’intenerì per la prima volta dopo innumerevoli anni mentre la guardava sorridere per la maestosità del club. Era come guardare l’alba ed era una cosa che non faceva da molto tempo.

Lei era bellissima, con lunghi capelli ramati che coprivano la camicia bianca di seta che indossava.

Scrutò il suo corpo perfetto, osservando la pelle scoperta e la minigonna, poi le gambe ben delineate e di nuovo il suo collo… che era esposto. Le scrutò il viso con disappunto, era girata e non riusciva a vedere i suoi occhi… gli occhi erano lo specchio dell’anima.

Il suo istinto stava reagendo come non aveva mai fatto prima d’ora. Quella sensazione, che non riusciva a descrivere, lo agitava e, in qualche modo, gli ricordava suo fratello. Non gli piaceva l’ignoto.

Oscurò le ombre intorno a sé quando lei si voltò, guardando nella sua direzione. Quella scena lo fece rimanere quasi senza fiato. Gli occhi verde smeraldo della ragazza erano colmi di innocenza… ma lui vi leggeva anche malizia e potere.

Kyou strinse il pugno così forte che sentiva le gocce di sangue iniziare a colare. Perché una tale innocenza era lì, in un posto del genere? Dovrebbe essere vietato. Sentì un ringhio che cresceva nel profondo del proprio petto e cercò di sopprimerlo.

Se i suoi sospetti erano giusti, Hyakuhei sarebbe apparso e la situazione sarebbe diventata pericolosa molto in fretta. Era lei che teneva dentro di sé il Cuore di Cristallo Protettore? Le parole di suo fratello tornarono a perseguitarlo “… se la troviamo, potremo liberarci di lui…”.

Isolando gli altri rumori all’interno della discoteca, Kyou si concentrò su di lei con tutti i suoi sensi, per conoscerla meglio e prepararsi. I suoi occhi dorati quasi brillarono mentre s’immergeva nei pensieri del gruppo che era seduto al tavolo. Ascoltare il pensiero dei mortali era una cosa che non faceva da molto tempo.

Tasuki si offrì di andare a prendere il primo giro di drink perché il barista era suo cugino… non avrebbe sprecato la sua unica possibilità di fare colpo su Kyoko. Sapeva che lo considerava solo un amico ma lui voleva essere di più, se solo lei avesse aperto gli occhi e notato la sua devozione. Non sarebbe mai esistito un uomo che potesse amarla più di lui, non era possibile.

Suki sorrise nel sentire che Tasuki conosceva il barista e gli chiese di portare due Long Island Iced Tea per loro. Lui fece l’occhiolino a Kyoko e annuì, dicendo che sarebbe tornato subito. Poi andò subito a ordinare i drink.

Kyoko fissò Suki sbalordita, «Long Island? Ma noi…» iniziò, ma Suki agitò una mano per zittirla e disse: «Dai, Kyoko. Vivi un po’! Gli esami sono finiti e poi… abbiamo già bevuto altre volte.», cercò di sdrammatizzare sorridendo, poi alzò gli occhi al cielo. Sperando di cambiare argomento, aggiunse: «Devo ammettere che vestita così, e con quelle curve, non sembra che non hai l’età per bere qui.», poi rise per lo sguardo sorpreso della sua amica.

Kyoko la guardò scettica e le disse: «Due volte, Suki. Ho bevuto solo due volte e me lo ricordo a stento… e non ho bisogno di vestirmi così per dimostrare che sono maggiorenne.». Poi arrossì per quello che ricordava dell’ultima volta in cui aveva festeggiato il suo compleanno… per colpa di Suki non ricordava molto della sua stessa festa.

Ricordò la gigantesca ciotola di frutta che Suki le aveva passato con un sorriso innocente, sapeva che andava matta per la frutta e ne aveva approfittato. Lei l’aveva finita quasi tutta senza neanche accorgersi che era stata marinata nell’alcol.

“Mi metterà di nuovo nei guai… me lo sento!” pensò Kyoko, abbandonandosi mentalmente alla sconfitta. Gli altri le avevano detto che quella sera non riusciva né a camminare né a parlare.

Suki sogghignГІ, scrollando le spalle, В«Quindi questa ГЁ la terza volta.В», poi sorrise di gioia quando Tasuki portГІ i drink, e prese avidamente il suo bicchiere.

Kyoko si morse il labbro e mormorò qualcosa, poi si voltò e sorrise a Tasuki. Dopotutto, capitava a chiunque di essere messi sotto pressione dagli amici e lei, credulona com’era, cedeva sempre.

«Ecco i vostri Long Island Iced Tea.» disse Tasuki mentre si sedeva, bevendo un sorso del suo drink. Sentì il calore aumentare improvvisamente perché la bevanda era forte. Guardò suo cugino dietro il bancone e il suo sorriso birichino gli fece capire che le bevande erano più forti del normale.

Poi scosse la testa e guardГІ di nuovo le ragazze. В«Agli esami, sperando di passarli a pieni voti.В» disse per brindare, poi, guardando Kyoko negli occhi, aggiunse: В«E speriamo di non perderci mai di vista, qualunque cosa accada.В».

Lei arrossì e sorrise timidamente mentre prendeva il suo bicchiere. Bevve subito un sorso e spalancò gli occhi, il sapore le piaceva. “Se non riesci a batterli, unisciti a loro.” pensò, e fece l’occhiolino a Suki.

Immerse una cannuccia nel drink e in dieci minuti di risate e battute, il bicchiere si svuotò. Le guance di Kyoko erano arrossate mentre gli effetti dell’alcol iniziavano lentamente a manifestarsi.

Tasuki, sentendosi più a suo agio e un po’ più coraggioso, chiese alle ragazze se volevano ballare. I suoi occhi si oscurarono in modo attraente quando prese la mano di Kyoko e la condusse verso la pista da ballo, con Suki che le teneva l’altra mano.

Sapeva che quella sarebbe stata la notte migliore di tutto il periodo al college e non se ne sarebbe mai dimenticato.

A poca distanza, Kyou vide il giovane di nome Tasuki che prendeva per mano la ragazza dagli occhi verdi e sentì il bisogno di staccare le dita a quel tipo che osava toccarla. Nei suoi occhi poteva leggere chiaramente i sentimenti puri che provava per la ragazza, ma non si fidava ancora di lui.

Era un qualcosa che accadeva spesso nei locali notturni, un giovane che fa bere una ragazza e poi approfitta della sua ingenuitГ . I suoi occhi si tinsero di rosso mentre guardava i tre che si avvicinavano alla pista da ballo. Sentiva il bisogno di prendere quella ragazza e nasconderla da chiunque avesse voluto farle del male o possederla.

Si chiese il perché di quella strana sensazione nei suoi confronti. Se era davvero lei ad avere il cristallo, allora che cosa avrebbe dovuto fare? Una cosa era certa… l’avrebbe uccisa a mani nude, piuttosto che permettere a Hyakuhei di averla.

Se la leggenda era vera e il nemico avesse messo le mani sul potere del Cuore di Cristallo Protettore, non ci sarebbe stato modo di fermarlo.


*****

Kamui sedeva invisibile sopra una delle enormi casse davanti al DJ, mentre guardava la pista da ballo dove Kyoko e Suki stavano ballando con un ragazzo. Alzò un sopracciglio quando vide chi era e un sorriso gli apparve sulle labbra quando notò l’aura color ametista che circondava il giovane.

La sua attenzione tornò sull’altro uomo che stava seguendo la sacerdotessa. Aveva già provato a bloccarlo quando Kyoko era ancora in fila all’ingresso, ma il guardiano maggiore era testardo come sempre. Le vibrazioni che Kyou stava emanando erano forti e leggermente contaminate.

«Kyou, a che stai pensando?» si chiese ad alta voce, sapendo che nessuno poteva ascoltarlo né vederlo. Guardando Kyou, che a sua volta stava fissando Kyoko, capì che era opera del destino. Il destino avrebbe sempre condotto i guardiani verso la loro sacerdotessa, in qualsiasi mondo o era.

Kamui avrebbe voluto far incontrare Toya e Kyou, ma sapeva che era meglio cercare di usare qualsiasi potere su Kyou. Sentì i brividi freddi che gli risalivano lungo il braccio al pensiero di far arrabbiare il pericoloso guardiano dorato.

Scrutò di nuovo la folla, sapendo che non era Kyou quello di cui doveva preoccuparsi. All’interno del club c’erano altri non umani, ma la vera oscurità si stava avvicinando sempre di più… chissà se anche Kyou riusciva a sentirla.

La cosa migliore che lui potesse fare, per il momento, era aiutare a nascondere i poteri di Kyoko da occhi indiscreti. Con quel pensiero saltГІ giГ№ dalla cassa, ma i suoi piedi non toccarono il pavimento.




Capitolo 4


Mentre raggiungevano l’affollata pista da ballo, Suki e Kyoko iniziarono subito a muoversi al ritmo della musica, con Tasuki che le guardava affascinato. I corpi accaldati attorno a loro le facevano sudare mentre l’alcol gli scorreva nelle vene.

Suki si avvicinò a Kyoko, si abbracciarono e iniziarono a strusciarsi a vicenda. Si misero a ridere e continuarono a ballare come se fossero una coppia di fidanzati, perdendosi nella musica. Avevano imparato a ballare così quando erano piccole.

Prese da quell’attimo di puro divertimento, si erano momentaneamente dimenticate del loro accompagnatore.

Tasuki le guardava ballare in quel modo e sentiva il calore affiorargli sulle guance… “Accidenti!”… il suo corpo stava reagendo a quella visione. Gli sembrava di non avere più fiato nei polmoni. Guardare i loro corpi che si sfregavano l’un l’altro mentre le loro mani vagavano su entrambi era quasi difficile da sopportare.

Volendo unirsi al divertimento, decise di muoversi prima di perdere il coraggio.

Fermandosi di fronte a Kyoko, vide che aveva gli occhi chiusi. Poi guardГІ Suki, che sorrise e si accovacciГІ dietro la sua amica, per poi alzarsi lentamente mentre le accarezzava le cosce. Sperava che Tasuki avesse il coraggio di ballare allo stesso modo e gli disse: В«PerchГ© non balli con noi? Г€ troppo divertente!В». Poi sorrise e lo afferrГІ per la cintura, spingendolo verso Kyoko.

Lei spalancò gli occhi quando si sentì urtare da un corpo maschile e sentì le guance in fiamme quando si rese conto che Tasuki la teneva stretta. «Ehi.» gli sorrise timidamente, le piaceva il modo in cui i loro corpi si stavano toccando. Sapeva di potersi fidare di lui, non avrebbe superato i limiti, era sempre stato un gentiluomo.

Sentendosi un po’ audace, continuò a ballare con Suki, che si muoveva dietro di lei, e posò una mano sulla spalla di Tasuki… incoraggiandolo in silenzio.

Lui non aspettava altro e le afferrГІ i fianchi, iniziando a muoversi insieme a lei. Si sentiva come in paradiso, con la ragazza dei suoi sogni che ballava con lui in modo sensuale. Sentire strofinare ogni curva del suo corpo su di sГ© era una dolce tortura che non aveva mai provato.

I suoi occhi castani s’intenerirono in modo seducente mentre il suo corpo andava in fiamme, voleva sentire tutto di lei. Avvicinandosi, iniziò a strusciarsi addosso a Kyoko, muovendo il proprio corpo infuocato con il suo come un amante che era stato lontano per troppo tempo.

Kyoko alzò lo sguardo e, per la prima volta, notò che c’erano delle bellissime pagliuzze color ametista nelle sue iridi color cioccolato. “Bellissime” era l’unica parola che le veniva in mente. Più lo guardava… più gli ricordava Shinbe.


*****

L’umore di Toya non era migliorato quando era andato nel dojo del college nel tentativo di sfogarsi. Dopo aver rotto il sacco da 500 dollari, decise che era meglio andarsene di corsa. Non era colpa sua se aveva immaginato la faccia di Kotaro mentre lo colpiva.

«Che ragazza stupida!» ringhiò. “Perché dev’essere sempre così difficile gestirla?” si chiese mentalmente. Fissò nel vuoto mentre pensava a quella fastidiosa guardia di sicurezza con cui Kyoko era uscita.

Era ancora furioso da quando aveva sentito la sua voce attraverso il telefono, prima. Non avrebbe voluto fare altro che staccargli la testa e lanciarla dove il sole non l’avrebbe mai raggiunta. Lui aveva sempre avuto un sesto senso per tutte le cose e, in quel momento, sentiva che Kotaro non era ciò che diceva di essere.

«Un lupo travestito da pecora.» disse sogghignando, poi si sentì un po’ in colpa perché anche lui stava nascondendo qualcosa a Kyoko. Cose che nemmeno lui poteva spiegare.

Aveva imparato da piccolo a nascondere le sue abilità insolite, come la forza disumana, la velocità e i sensi acuiti dell’olfatto e della vista. L’unico problema era che comparivano e scomparivano quando volevano. Non poteva evocarle in qualsiasi momento e forse era un bene.

Perso nei suoi pensieri, Toya sentì la pelle solleticare quando vide la guardia appoggiata alla porta del gabbiotto. “Parli del diavolo e spuntano le corna.” pensò, poi gli lanciò un’occhiataccia e fece per passargli accanto, ma si fermò. «Che diavolo ci fai qui?» ringhiò.

Kotaro si raddrizzò e si avvicinò al tipo con cui Kyoko sarebbe dovuta uscire. Guardandosi intorno e non vedendola da nessuna parte, s’irrigidì e lo guardò con aria furiosa. «Dov’è Kyoko? Pensavo che fosse con te, stasera.».

Se c’era una cosa che Toya odiava era sentirsi confuso e, in quel momento, non era dell’umore adatto. «Idiota… io pensavo che avesse un appuntamento con te!» sbottò senza pensare.

Kotaro si sentiva davvero furibondo, Kyoko gli aveva detto che sarebbe uscita con Toya e invece era una bugia. «Dannazione!» esclamò e, senza guardarlo, se ne andò, sforzandosi di non usare la sua velocità innaturale. Perché gli aveva mentito? Se avesse saputo che non era con quella testa calda, l’avrebbe seguita.

Toya andГІ nel panico quando notГІ la preoccupazione del suo avversario, e il modo in cui si mise a correre non lo fece sentire meglio. Qualcosa lo portava a fidarsi completamente di Kotaro ma non glielo avrebbe mai detto.

Senza nemmeno pensarci, si mise a correre per seguirlo. Lo raggiunse facilmente ma, notando la velocità a cui stavano correndo, ebbe la conferma dei suoi sospetti… Kotaro era più di quello che diceva di essere… avevano lo stesso DNA o cosa? Strinse i denti, non gli piaceva quel pensiero.

Nel giro di un minuto, Kotaro bussò alla porta dell’appartamento di Kyoko, sperando che fosse lì. Sbattendo entrambi i palmi contro la porta, gridò: «Accidenti, Kyoko! Dove sei?». Il terrore e la preoccupazione lo assalirono. «Non va bene.» ringhiò.

«Cos’è che non va bene?» gli chiese Toya, raggiungendolo. Le vibrazioni che l’altro emanava erano così intense da fargli male al petto. Se avesse saputo che Kyoko non era con Kotaro, sarebbe andato a casa sua solo per stare con lei. Avrebbe dovuto seguire il suo istinto e andare comunque. Prima o poi avrebbe dovuto comprarle un guinzaglio.

Kotaro si girГІ di scatto, si era completamente dimenticato di lui mentre correva da Kyoko. Avendo qualcuno su cui sfogare la propria rabbia, sbottГІ: В«Pensavo che fosse con te!В», poi strinse i pugni e si trattenne per non esagerare. В«E come diavolo hai fatto a raggiungermi? Bah, non importa, lascia perdere.В».

Toya lo fissò, sorpreso che l’altro se ne fosse accorto, ma lasciò correre e rispose: «Sono uno che va veloce.».

Calmando il proprio lato predominante, Kotaro aprì gli occhi e fissò la persona che lo avrebbe aiutato a trovare “la sua Kyoko”. Era un peccato che Toya non fosse rinato vampiro, altrimenti avrebbero risolto la questione facendo a pugni; tuttavia, il ragazzo stava riacquistando le sue abilità e non sapeva perché. Come se non bastasse, il migliore amico di Toya era Shinbe, anche lui ignaro del suo passato.

Kotaro si portò una mano alla tempia, chiedendosi come avesse fatto a fidarsi che Toya la proteggesse per la seconda volta… quando aveva già fallito la prima. Il fatto che lui non ricordasse nulla lo fece trattenere. Inspirò profondamente e accettò la verità… avevano fallito entrambe.

Toya fece un sorrisetto e disse: В«Quindi ti ha mentito e ti ha liquidato dicendo che sarebbe uscita con me. Ha!В». A lui era successa la stessa cosa ma non glielo avrebbe detto.

Kotaro fece un altro respiro profondo, cercando di mantenere la calma. Era come parlare a un bambino. В«Questo non ГЁ un gioco, idiota. Nel campus stanno sparendo molte ragazze da piГ№ di un mese e adesso nessuno di noi sa dove si trova Kyoko.В» disse, sentendo il panico nella sua stessa voce, ma lo ignorГІ e aggiunse: В«Hai idea di dove possa essere andata?В».

Toya sentì il cuore spezzarsi per la preoccupazione al pensiero che Kyoko fosse in pericolo. «Dannazione!» esclamò, poi si voltò verso la porta di Suki e iniziò a bussare forte finché non sentì il legno scricchiolare e rallentò. Nessuna risposta.

«Cazzo!» ringhiò e, quasi in preda al panico, cercò il cellulare, sperando che Shinbe sapesse dov’erano le ragazze. «Rispondi, idiota!» gridò al telefono che squillava. Dopo il quarto squillo, Shinbe finalmente rispose.

В«Shinbe! Sai dove sono Suki e Kyoko?В» gli chiese, poi guardГІ Kotaro che si avvicinГІ come se stesse aspettando di sentire la risposta.

Dall’altro capo del telefono, Shinbe sorrise e disse: «Può darsi…».


*****

Kyou era rimasto nascosto nell’oscurità mentre guardava la ragazza con i suoi amici. Ascoltando la loro conversazione, aveva capito che si chiamava Kyoko. Finora quel Tasuki aveva tenuto le mani a posto, il che era un bene, considerando che lui aveva deciso di lasciarlo vivere se non le si fosse avvicinato troppo. Sembrava abbastanza innocuo… solo un po’ troppo infatuato.

Erano arrivati alla pista da ballo e le due ragazze avevano iniziato a ballare insieme… in un modo indecente. “Dev’essere colpa dell’alcool che hanno consumato in fretta.” pensò, facendo fatica a pensare altrimenti.

Un ringhio gli vibrò nel petto quando la sua visuale fu coperta da un gruppo di umani. Sentendo quel suono e notando il suo sguardo gelido, i ragazzi si spostarono dall’altro lato e Kyou accennò un sorriso divertito quando li vide muoversi in fretta.

Riportò l’attenzione sulla pista da ballo, concentrandosi sulla ragazza che lo aveva lasciato perplesso, e quello che vide gli fece ribollire il sangue per la rabbia. Gli sfuggì un ringhio mentre i suoi occhi dorati e furiosi diventavano color sangue. L’innocuo Tasuki stava ballando con lei come se la stesse seducendo.


*****

Kyoko si era lasciata andare alle sensazioni che le mani di Tasuki le stavano dando mentre le accarezzavano la pelle nuda. Lui sembrava molto sexy con quei capelli spettinati e quel suo modo di ballare così sensuale. Le sfuggì una risatina al pensiero.

Mentre lo sentiva accarezzarle la schiena, notГІ che i suoi occhi erano diventati quasi completamente color ametista.

Suki decise di stuzzicarli e schiaffeggiò Kyoko sul sedere, esclamando: «Ehi, voi due! Devo fare rifornimento!», poi sorrise e li trascinò verso il tavolino dov’erano prima, sperando di prendere un altro drink.


*****

Kyou stava cercando disperatamente di placare il proprio sangue infuriato. Il suo fermo controllo e il suo comportamento distaccato erano svaniti completamente dopo aver visto Tasuki che ballava con Kyoko come se fosse il suo amante.

Dentro di sé sapeva di doversi calmare subito, altrimenti Hyakuhei avrebbe percepito la sua presenza… se non lo aveva già fatto. Facendo un respiro profondo, si rimproverò mentalmente per la propria rabbia.

Per secoli era stato una creatura della notte fredda e priva di emozioni. La sua risolutezza era come una montagna che non vacillava mai e non poteva essere costretta alla sottomissione. Le sue emozioni erano ben chiuse sotto le sue sembianze impassibili e indistruttibili per una ragione: nascondere la propria aura al vero nemico.

In una sola notte, la presenza di una ragazza innocente e pura lo aveva fatto vacillare per la prima volta nella sua lunga vita di non morto.

Ignari del furioso vampiro dai capelli argentati, i tre tornarono dov’erano prima. L’innocente risata di Kyoko lo raggiunse, placando un po’ la sua rabbia. La tensione si allentò e lui si chiese il perché di quella sua reazione così possessiva.

Restrinse lo sguardo, lanciando un’occhiataccia al ragazzo, e promise di procurargli una morte lenta e dolorosa se avesse superato di nuovo i limiti. Lei aveva bisogno di un guardiano.

Kyou non riusciva a spiegarsi perché quella ragazza avesse una presa così intensa su di lui, guardarla era diventato come una droga. La sua bellezza e la sua innocenza lo incantavano, portandolo a chiedersi se la sua pelle fosse morbida come sembrava. Vide un altro bicchiere di alcol davanti a lei e s’infuriò.

Ad ogni sorso, l’aura di luce pura che la circondava sembrava vacillare e indebolirsi. Era già molto più difficile da vedere. Se continuava a mandare giù quella bevanda del diavolo, presto sarebbe sprofondata nell’oscurità.

Come per sfidarlo, la ragazza prese la cannuccia e se l’avvicinò alle labbra, bevendo ciò che rimaneva di quel liquido velenoso.

Kyou fece qualcosa che non faceva da secoli… sorrise, sapendo che il suo segreto sarebbe stato al sicuro dal male che era appena entrato nel night club. Forse nascondere l’aura pura di una ragazza così innocente, dopotutto, non era una cattiva idea.

Kyou si nascose nel buio proprio mentre il suo nemico usciva allo scoperto.


*****

Hyakuhei varcò l’ingresso senza avvisare i servi che seguivano la sua ombra, erano liberi di divertirsi come meglio credevano. Avrebbero soltanto ostacolato i suoi piani, se gli avesse permesso di unirsi a lui. Con i suoi occhi rosso cremisi scrutò con interesse tutti quei corpi accaldati.

Aveva percepito la vita, nascosta da qualche parte tra gli umani. Si era sentito chiamare come se fosse un’amante desiderosa del suo tocco, ma adesso quella sensazione era quasi svanita.

La sera prima si era nutrito bene e non sentiva il bisogno di rifarlo così presto. No… quella sera aveva in mente qualcos’altro.

In quella città c’era il potere del leggendario Cuore di Cristallo Protettore, ne era sicuro. Tutte le strade che aveva preso, alla ricerca della luce nascosta, lo avevano condotto lì. Anche adesso sentiva la luce inafferrabile nascosta nell’oscurità e si appoggiò al muro per osservare gli umani.

Molte ignare mortali lo avevano giГ  notato e sapeva che sarebbero andate da lui, offrendogli erroneamente la propria anima.

Essere alto, moro e bello gli rendeva sempre facile catturare le sue prede. I suoi lunghi capelli neri gli svolazzavano attorno e facevano da sfondo al suo aspetto senza eguali. Poteva percepire la lussuria che emanavano le femmine umane ma non vi prestГІ attenzione.

Quella sera ne cercava una da poter controllare. A volte trasformava un’anima ignara solo per ucciderla la notte seguente. Concedeva il dono della vita solo quando gli andava, e ciò accadeva una volta ogni cento anni. Gli serviva qualcuno che lo aiutasse a trovare colei che aveva il cristallo.

I suoi occhi s’incupirono come i suoi pensieri. L’ultima volta che si era avvicinato così tanto al misterioso cristallo della leggenda, la ragazza che lo possedeva aveva scoperto le sue intenzioni e, prima che potesse fermarla, si era uccisa portando il cristallo con sé, ancora una volta lontano dalla sua portata.

La sua mente tornГІ indietro con desiderio. Era stato un tale spreco, lei era ineguagliabile per bellezza e purezza incontaminata.

Il cristallo riappariva ogni mille anni, secondo le antiche pergamene che aveva sottratto allo stregone Shinbe prima di ucciderlo. Accennò un sorriso crudele mentre ricordava quella particolare uccisione… davvero deliziosa.

Contando gli anni da allora, la prescelta che ora possedeva il cristallo avrebbe dovuto avere ventun anni o giù di lì. Hyakuhei l’aveva percepito nei pressi del college e poi lì, tra la folla di studenti universitari nel club.

Il fatto che quella cittГ  fosse stata costruita sullo stesso terreno in cui il cristallo era svanito, era la prova che fosse anche il luogo della sua rinascita.

Se non fosse riuscito a trovare la ragazza, avrebbe assoldato qualcuno che potesse aiutarlo. Un non umano, soprattutto una creatura della notte, sarebbe stato in grado di rilevare il potere che lui desiderava per sГ©.

Un sorriso malizioso abbellì le sue labbra perfette in previsione del brivido della caccia. Aveva chiamato i suoi figli preferiti, questa volta avrebbe avuto quella che desiderava. Era stato nell’oscurità per troppo tempo e anche le cose più piacevoli avevano iniziato ad annoiarlo.

Voleva qualcosa di nuovo e una sfida era l’ideale per destarlo dal suo lungo sonno. Sentì una vaga vibrazione nell’aria e sorrise consapevolmente. Non avrebbe avuto fretta… per i vampiri il tempo non era un problema.


*****

Tasuki osservava con stupore mentre Kyoko finiva il drink. Poi guardò il proprio bicchiere con aria preoccupata. «Ehm, se hai sete posso prenderti un tè al bar, se vuoi.» le disse, poi sorrise quando lei arrossì, rendendosi conto di quello che aveva fatto.

Suki alzò un sopracciglio quando notò il bicchiere vuoto di Kyoko e sussultò, sapendo che la sua amica l’avrebbe uccisa di sicuro per i postumi della sbornia. Scrollò le spalle mentalmente, stavano festeggiando e Kyoko l’avrebbe perdonata… prima o poi.

Guardando Tasuki come per dirgli “Ti prego, sono nei guai, aiutami.”, intervenne: «Penso che sia una buona idea.», poi gli fece l’occhiolino per incoraggiarlo.

Tasuki le era sempre stato simpatico e le avrebbe fatto piacere che Kyoko lo frequentasse più spesso al posto di Toya… le stava simpatico anche lui ma non sempre la trattava bene, e lei era contenta che la sua amica non si lasciasse sopraffare.

Poi c’era Kotaro, che avrebbe preso Kyoko e l’avrebbe sposata all’istante, se ne avesse avuto la possibilità. Era gentile e la trattava come una dea, ma Suki non si sentiva a suo agio all’idea di perdere la sua migliore amica.

I suoi occhi s’illuminarono all’idea di far mettere insieme Tasuki e Kyoko, soprattutto dopo il modo in cui avevano ballato. Però sapeva che non doveva farsi scoprire, perché Kyoko poteva incutere molta paura quando si arrabbiava. Ci voleva coraggio per frequentare i due ragazzi che la sua amica stava frequentando. Il sorriso di Suki si addolcì mentre pensava al suo ragazzo, anche se non avrebbe mai ammesso che lo fosse. Shinbe era pazzo quanto i due con cui usciva Kyoko, se non di più.

Riportando i pensieri al presente, si alzò con un sorriso malizioso. «Vado a convincere il DJ a mettere la mia canzone preferita, torno subito!» disse, e li lasciò da soli. Dentro di sé sperava che, così facendo, la piccola scintilla che c’era tra i due scoccasse.

Kyoko guardò Tasuki, sentiva la testa leggera e sorrise con aria colpevole. «Un po’ di tè andrebbe bene… o magari del caffè, ancora meglio. Anche se, a volte, la carica della caffeina è quasi peggio.» disse, poi sorrise e aggiunse: «Se non ti dispiace andare a prenderlo, io vado in bagno.». Tasuki le porse una mano per aiutarla ad alzarsi e lei sbatté le palpebre quando la vista iniziò a sfocarsi, poi ridacchiò e disse: «Torno subito.». Scrutò le pareti, cercando le indicazioni per il bagno. Individuandole verso l’ingresso, s’incamminò sperando di non barcollare davvero come temeva. Sciacquandosi il viso con dell’acqua fredda e non bevendo altri alcolici per quella sera, forse sarebbe stata meglio.

Kyou s’irrigidì quando vide la ragazza dirigersi dritto verso l’ultimo posto in cui voleva che andasse, verso l’ingresso… e verso il nemico. I suoi occhi dorati si tinsero di rosa e, con un ringhio, lui svanì come se non fosse mai stato lì.

Con la mente confusa, Kyoko si chiese perché avessero messo i bagni proprio davanti alla porta d’ingresso, mentre guardava un mucchio di persone che stavano ancora entrando. Alcune sembravano già in vena di fare baldoria e il rumore all’interno della sala era sempre più forte.

Yohji, uno dei ragazzi del college, entrò senza guardare dove stesse andando e inciampò. Suo fratello l’aveva già convinto a fermarsi in un paio di bar lungo il tragitto e adesso era arrivati lì. Mentre si voltava per chiamare Hitomi, suo fratello minore, si scontrò con un corpo morbido e caldo.

Sentendo una voce femminile, Yohji allungГІ subito la mano e la afferrГІ. Guardando il viso della ragazza, sorrise spudoratamente ed esclamГІ: В«Kyoko?В».

Quando la stanza smise di girare, Kyoko guardò il ragazzo che l’aveva urtata e salvata allo stesso tempo. «Yohji… ciao.» disse, arrossendo quando lui si avvicinò, e cercò subito di liberarsi.

“Non va bene, per niente.”, le parole le riecheggiarono nella testa come un avvertimento.

Aveva incontrato Yohji molte volte a scuola e, anche se aveva un bel fisico che attirava le ragazze, lei cercava sempre di evitarlo. Era troppo aggressivo per i suoi gusti, preferiva stare alla larga da lui e dal suo gruppo.

В«Sto bene Yohji, puoi lasciarmi andare.В» sorrise, nascondendo la propria ansia e cercando di mantenere la calma.

Yohji non allentò la presa e sorrise per il suo disagio. «E perché dovrei lasciarti andare adesso che ti ho presa?» le chiese, con gli occhi già pieni di lussuria e di un’aria predatoria. Le andava dietro da molto tempo e lei non gli dava mai retta. Adesso che le sue due “guardie del corpo” non c’erano, non se la sarebbe cavata così facilmente.

Hyakuhei osservò la scena con interesse. Vedeva perfettamente il ragazzo, mentre la ragazza era girata di spalle. “Quella ragazza…” rifletté. I suoi occhi assunsero un bagliore misterioso mentre la guardava. Sentiva l’odore del suo nervosismo e della sua purezza, era quasi insopportabile per i propri sensi.

Quanto al ragazzo che la teneva stretta, la sua lussuria era così densa nell’aria che poteva essere tagliata con un coltello. Hyakuhei restrinse lo sguardo quando il bisogno di uccidere quell’idiota iniziò a bruciargli nelle vene. Si avviò ma trovò uno scudo di polvere arcobaleno che gli bloccava il cammino. Lo scintillio si placò mentre lui si appoggiava di nuovo al muro, con un’espressione perplessa. Lei era protetta dall’immortale?

Hyakuhei allungò una mano e toccò ciò che rimaneva della barriera, lasciandosi pervadere da quella sensazione rassicurante. Un tale effetto calmante non avrebbe represso a lungo le sue intenzioni malvagie. “I ragazzini e i loro giochi.” pensò sorridendo, mentre continuava a guardare la ragazza.

La sua aura lo aveva preso alla sprovvista. Scrutò il suo bel corpo e la sua pelle che brillava come la rugiada su un fiore prima dell’alba. Il desiderio di toccarla lo assalì mentre faceva un passo avanti, stavolta ignorando la fastidiosa barriera scintillante.

Proprio mentre stava per prendere la ragazza tra le braccia, un’altra ondata di possessività lo colpì quasi fisicamente. Un’aura familiare accarezzò i suoi sensi, non la sentiva da decenni. Dando un’ultima occhiata alla ragazza che aveva reclamato mentalmente, i suoi occhi scuri s’intenerirono mentre prendeva la sua decisione. Presto sarebbe stata sua.

Sorrise sentendo la nuova aura e tornò nell’oscurità. “E così il mio ribelle Kyou ha deciso di unirsi al gioco… vediamo quali sono le sue intenzioni.” si disse.


*****

Toya entrò nell’appartamento che condivideva con Shinbe ma, non vedendo il suo amico, iniziò ad urlare: «Shinbe, dove diavolo sei?». Era furioso e, per ovvie ragioni, aveva un brutto presentimento, specialmente dopo che Kotaro lo aveva informato delle altre ragazze scomparse… erano così tante.

I suoi nervi erano già stati messi alla prova e, se non avesse trovato subito su Kyoko, avrebbe spaccato qualcosa. Sarebbe stata fortunata se le avesse permesso di allontanarsi di nuovo. In quel caso, l’avrebbe ammanettata in modo permanente per tenerla al sicuro.

Shinbe uscì dal bagno mentre si abbottonava la camicia, sembrava pronto ad uscire. «Sono qui, che succede?» disse, sedendosi sul divano per allacciarsi le scarpe come se niente fosse.

Kotaro era in piedi dietro Toya, in attesa di sapere se Shinbe avesse qualche informazione su dove si trovasse Kyoko. Si appoggiГІ al ripiano della cucina e li osservГІ.

Se Toya avesse ricordato ciò che Shinbe aveva fatto per lui in passato, probabilmente gli avrebbe mostrato più rispetto. Kotaro piegò la testa di lato e si corresse mentalmente: “No, non lo farebbe.”. Sarebbe stato divertente vederlo infuriato se non si fosse trattato di Kyoko.

«Non trovo Kyoko e neanche Suki!» esclamò Toya, irritato quando l’altro non lo guardò neanche. Il sorriso compiaciuto di Shinbe gli stava decisamente dando sui nervi. Se il suo amico non fosse già mezzo rimbambito per tutti gli scappellotti che riceveva da Suki, avrebbe danneggiato volentieri l’altra metà del suo cervello. Ma in quel momento voleva che fosse cosciente e rispondesse alle sue domande.

Shinbe finì di allacciarsi le scarpe, consapevole che Suki lo avrebbe odiato, ma non gli importava. Si sarebbe fatto perdonare, si divertivano sempre dopo aver litigato. I suoi occhi s’illuminarono a quel pensiero… sì, sarebbe stato divertente.

Sentendo un ringhio pericoloso, riportò subito l’attenzione sul suo amico e, con un sopracciglio alzato, esclamò: «Che c’è?».

В«Dannazione, Shinbe! Non sto scherzando! Dove diavolo sono Suki e Kyoko?В» sbottГІ Toya, guardandolo storto. Se non avesse avuto subito una risposta, sarebbe esploso.

Shinbe si accigliò quando notò Kotaro appoggiato al bancone. Toya e la guardia non si piacevano, ma adesso erano insieme. Sentì il petto stringersi e rispose: «Non lo so con sicurezza, Suki mi ha scaricato dicendo che sarebbe uscita, ma non ha detto con chi.».

Quando Toya riprese a imprecare, si alzò in piedi e aggiunse: «Calmati, non ho finito. Mentre ero da lei, prima, ho visto un volantino del Club Midnight, con la data di oggi.», poi sogghignò e disse: «Mi stavo preparando per andare lì e vedere se riuscivo a trovarla.».

Kotaro sospirò mentre Toya iniziò a blaterare sulla stupidità delle ragazze. Non volendo perdere tempo, si voltò verso la porta dicendo: «Grazie, Shinbe.», poi se ne andò più preoccupato che mai. Sperava solo che Kamui fosse con lei… per proteggerla in qualche modo.

Shinbe lo guardГІ mentre se ne andava, poi guardГІ Toya e gli chiese: В«Che sta succedendo e perchГ© Kotaro era qui?В». La preoccupazione aveva invaso i suoi occhi color ametista. Kotaro gli era sempre piaciuto, ma non poteva dirlo a Toya senza essere etichettato come un traditore.

Toya prese le chiavi mentre rispondeva: «Te lo dico mentre andiamo.», poi si voltò e si avviò verso la porta, senza neanche assicurarsi che Shinbe lo seguisse. Odiava stare senza Kyoko, gli sembrava di andarsene in giro confuso. Era arrivato il momento di trovarla e rimetterla al proprio posto… accanto a lui.




Capitolo 5


Kyoko non gradiva il modo in cui Yohji la teneva stretta e la sua irritazione stava aumentando. Spingendosi piГ№ forte che potГ© contro il suo petto, cercГІ di convincerlo di nuovo a lasciarla andare, con gli occhi pieni di rabbia.

«Senti, devi lasciarmi andare subito! Non sono venuta qui da sola.» gli disse, poi rimase sbalordita quando lui sorrise e la strinse di nuovo. “Maledizione!” pensò, sbattendo un piede a terra con la speranza di calpestare il suo.

Dall’altra parte della sala, Tasuki aveva portato il tè al tavolo; guardando verso l’ingresso per cercare Kyoko, si accigliò quando vide Yohji che la infastidiva. La maggior parte delle persone che conoscevano Tasuki lo credevano il tipico ragazzo americano, il ragazzo gentile della porta accanto e il più famoso della scuola… ma aveva un carattere nascosto. E Yohji era sul punto di farlo scatenare, se non avesse tolto le mani da Kyoko.

La rabbia di Tasuki si manifestГІ sul suo viso mentre attraversava la sala per andare a salvare la sua dolce Kyoko. Sentendo le voci al college, sapeva che Yohji e suo fratello erano aggressivi con le ragazze ed erano stati persino accusati di stupro piГ№ di una volta.

Mentre si avvicinava, vide Hitomi accanto a lui ma non si lasciò intimidire. Quei due erano una piaga e lo sapeva. I suoi occhi si tinsero di ametista mentre camminava, aveva l’adrenalina a mille e digrignò i denti quando vide Kyoko che cercava di liberarsi.

Kyoko rimase sbalordita quando Yohji le accarezzГІ la schiena e le afferrГІ il sedere, costringendola ad inarcarsi. Percepiva la sua lussuria mentre lui le sorrideva diabolicamente.

«Adesso basta!» esclamò, alzando una mano così in fretta che lui non se ne accorse finché non sentì l’eco dello schiaffo.

Hitomi sentì il rumore e si voltò a guardare la guancia arrossata di suo fratello. Sogghignò ma poi vide arrivare Tasuki con un’espressione furiosa.

Suo fratello era in grado di badare alla ragazza ribelle, perciГІ si mise davanti a quel tipo per bloccarlo. В«E tu dove credi di andare?В» gli chiese.

Tasuki incrociГІ lo sguardo di Yohji. Vide che stava toccando Kyoko e, senza pensarci, sferrГІ un pugno nello stomaco a Hitomi. Con suo grande stupore, il ragazzo si mosse appena.

Essendo molto piГ№ grosso di lui, Hitomi gli tirГІ un pugno e lo fece sbattere contro la parete opposta. Immaginando che non si sarebbe alzato da terra, scrollГІ le spalle e si voltГІ verso suo fratello, alle prese con il suo nuovo giocattolino.

Vedere la ragazza che lottava per liberarsi fece sorridere Hyakuhei. “E così la ragazza non è facile da gestire. Sarà divertente farle cambiare idea.” pensò, poi, guardando il giovane che era corso a difendere il suo onore, decise chi sarebbe stata la sua nuova recluta.

Afferrò Tasuki prima che cadesse a terra. I suoi sensi gli dicevano che era ancora puro… vergine… che strano. Nascondendosi nell’oscurità per non farsi vedere, osservò il ragazzo. Lo aveva visto interagire con la ragazza e altre persone, era la scelta giusta.

«Benvenuto nell’oscurità, figliolo…» sussurrò mentre gli affondava le zanne nella vena. Rimase sbalordito per il suo sapore… un potere nascosto? Aveva un sapore di ametista. Lo strinse più forte, ne voleva ancora.

Tasuki aveva reagito bene al pugno in faccia perché aveva parecchia adrenalina nelle vene. Stava già cercando di rialzarsi quando si sentì afferrare da dietro e si bloccò per la paura quando vide tutto nero. Sentì una voce quasi seducente nell’oscurità e sussultò quando dei denti affilati gli affondarono nel collo. Mentre la vita gli sfuggiva, i suoi ultimi pensieri andarono a Kyoko e al bisogno di raggiungerla. Fece per allungare una mano in un ultimo tentativo di andare da lei quando fu sopraffatto ed emise il suo ultimo respiro.


*****

Kyoko sentiva ancora bruciare la mano con cui aveva schiaffeggiato Yohji. Percepiva molti sguardi puntati su di sГ© e aveva voglia di sparire. Come se non bastasse, il rumore dello schiaffo era sembrato un colpo di pistola.

“Accidenti a tutto!” ringhiò mentalmente. Avrebbe voluto evitare la cosa ma Yohji si era comportato da idiota. A proposito… non le aveva ancora tolto e mani di dosso. Kyoko lo guardò storto e, a giudicare dalla sua espressione arrabbiata, non credeva che avesse intenzione di lasciarla andare.

Ricambiò l’occhiataccia, aspettando di vedere se l’avrebbe punita o l’avrebbe liberata. Avrebbe scommesso sulla prima opzione…

Kyou sapeva che una ragazza così esile non poteva sfuggire alla lussuria del tipo che la teneva stretta. Immaginò di annientarlo per aver osato toccare ciò che lui aveva intenzione di reclamare per sé. All’improvviso non gli importava se Hyakuhei lo avesse sentito o meno. Proprio mentre si muoveva per uscire dall’ombra, intenzionato ad allontanare la ragazza da quel molestatore, sentì un ringhio cupo.

Stupito, si rese conto che quel verso poteva appartenere soltanto a Lycan. I suoi occhi dorati seguirono il rumore fino alla sua fonte mentre continuava a vibrare a poca distanza dalla ragazza. La rabbia del lupo pervase il corridoio affollato.

Kyou restrinse lo sguardo, chiedendosi se poteva fidarsi a lasciare che una tale forza si avvicinasse a Kyoko. Non vedeva un Lycan da quando era stato trasformato e, comunque, lo aveva visto da lontano. RicordГІ di aver detto a Toya che vampiri e lupi mannari non erano amici. Suo fratello gli aveva chiesto il perchГ© e lui non aveva risposto perchГ© aveva solo ripetuto le parole di Hyakuhei, non conosceva il motivo.

Kotaro vide Yohji che infastidiva “la sua ragazza” e perse il controllo. In un batter d’occhio, lo sbatté contro il muro e lo afferrò per la gola, sollevandolo da terra. Aveva già avuto a che fare con i due fratelli debosciati e, dove ce n’era uno, c’era sicuramente anche l’altro.

I suoi sensi si allertarono quando fiutò l’odore di Hitomi e capì che stava arrivando da dietro. Con un calcio ben piazzato, lo fece volare per aria e lo vide atterrare in fondo al corridoio. Le persone si sparpagliarono e l’area si svuotò rapidamente.

Kyoko era seduta a terra con gli occhi spalancati… era successo tutto così in fretta che se n’era accorta a stento. Guardò Hitomi e poi Kotaro, che teneva il collo di Yohji, che stava diventando blu.

Sapendo che doveva fermarlo prima che facesse davvero del male a qualcuno, si rialzГІ. Gli si avvicinГІ e gli posГІ una mano sulla spalla, nel tentativo di calmarlo.

В«Grazie Kotaro, adesso sto bene, quindi puoi lasciar andare Yohji. Okay?В» gli disse con voce suadente, ma andГІ nel panico quando lo vide stringere ancora di piГ№ la gola del ragazzo. Kotaro si voltГІ e lei indietreggiГІ quando notГІ il colore rosso nei suoi occhi.

В«Ho visto dove teneva la mano, penso che sia ora di portare fuori la spazzatura!В» ringhiГІ lui mentre si voltava verso Yohji, che emetteva versi gorgoglianti e diventava spaventosamente blu.

Sentì la propria rabbia placarsi e si rese conto che Kyoko lo stava guardando sconvolta. Volendo tranquillizzarla, afferrò Yohji per il colletto e si diresse verso l’uscita, avrebbe insegnato le buone maniere a quel bastardo. Non c’era bisogno che lei vedesse il resto.

Kyoko sussultГІ quando Kotaro sbattГ© la porta, si sentiva ancora in stato di shock. Accidenti, Kotaro poteva essere davvero spaventoso quando si arrabbiava. Si sentiva perfino dispiaciuta per Yohji, in quel momento.

Guardando dietro di sé, vide Hitomi che giaceva ancora a terra, dove Kotaro lo aveva lasciato, e, per una volta, non le dispiaceva che lui fosse stato così protettivo nei suoi confronti. Rabbrividì e cercò di non pensare a cosa sarebbe potuto succedere se non fosse arrivato.

Kyou la vide mordersi il labbro inferiore, era indecisa su cosa fare. Seguendo il suo sguardo, rifletté: “E così ha la protezione del Lycan.”. Si chiese quali altri misteri la circondassero. Quello non era un lupo normale, doveva essere vecchio quanto lui.

Kyoko si avvicinò alle porte a vetri e scrutò il parcheggio buio, chiedendosi dove fosse andato Kotaro. Fece per aprire la porta ma un ragazzino le bloccò la strada. Rimase immobile per un momento quando i loro sguardi s’incrociarono. Era la sensazione più strana che avesse mai provato.

Il ragazzino aveva i capelli bianchi e la pelle quasi altrettanto chiara, ma non era quello il problema. I suoi occhi erano così neri che sembravano senza fondo, le davano la sensazione di sprofondarci. Il ragazzo sorrise, scoprendo a malapena le sue zanne per un momento.

Una mano le sfiorò la spalla all’improvviso e Kyoko gridò terrorizzata mentre si voltava.


*****

Kyou uscì dall’oscurità quando vide il servitore di Hyakuhei all’esterno. Conosceva quel ragazzino ingannevole, era piccolo e sembrava così innocente, ma spesso era il più pericoloso di tutti.

Scivolando dietro Kyoko, i suoi occhi divennero rossi e i suoi canini si allungarono, non gli avrebbe permesso di mordere Kyoko senza togliergli la vita.

Kyoko tenne la mano sulla maniglia, non era del tutto sicura di volerla aprire. Quel ragazzino aveva qualcosa di spaventoso. Quando decise di allontanarsi, sentì una mano sulla spalla e gridò, voltandosi per vedere chi fosse.

Rimase senza fiato quando vide due occhi dorati, incorniciati da lunghi capelli bianchi. Aveva qualche anno più di lei e con le luci negli occhi non riusciva a vederlo bene, eppure somigliava a…

«Toya?» sussurrò incerta, sapendo che si sbagliava, ma… perché le girava la testa?

Non appena i loro sguardi s’incrociarono, Kyou si sentì attratto dai suoi occhi. Lei lo stava guardando come se lo conoscesse, ma la cosa inquietante era che aveva sussurrato il nome di suo fratello morto. La afferrò quando la vide barcollare per colpa dell’alcol che aveva bevuto.

Mentre le sue mani scivolavano sulla pelle lasciata scoperta dalla camicetta troppo corta, il suo sangue di vampiro ribollì dicendogli di possederla.

La vista di Kyoko aveva deciso di non collaborare, sembrava sfidare la sua volontà mentre guardava l’uomo incuriosita. Anche se non riusciva a vederlo, sentiva comunque il corpo che la teneva stretta.

Sfiorandogli una guancia, disse: «Ma tu non sei Toya… chi sei?» ma, prima che potesse ottenere una risposta, gli dei decisero di prendersi gioco di lei e spensero le luci, facendola scivolare nell’incoscienza.

Kyou la strinse mentre perdeva i sensi, almeno non era svenuta tra le braccia del nemico. La testa di Kyoko ricadde all’indietro, esponendo la sua gola, e Kyou combatté contro il proprio istinto. Dopotutto, forse era davvero tra le braccia del nemico. Le sue zanne iniziarono ad allungarsi ma lui resistette… quella ragazza era troppo pura per una tale oscurità.

Poi sentì la propria rabbia scatenarsi per la sua ingenuità, se non fosse stato lì a proteggerla, che cosa le sarebbe successo? Dimenticò i propri impulsi di pochi istanti prima. Se il lupo fosse stato un bravo guardiano, non l’avrebbe lasciata da sola. Si guardò intorno, rendendosi conto che anche gli amici con cui era prima avevano fatto lo stesso.

Estendendo i propri sensi, percepiva ancora la presenza di Hyakuhei all’interno dell’edificio. Sentendo il male provenire dall’alto, capì che si trovava da qualche parte al secondo piano.


*****

Shinbe scese dall’auto ancora in movimento e si mise a correre dritto verso l’ingresso principale del locale. Non riusciva a togliersi dalla testa il pensiero che Suki e Kyoko si aggiungessero alla lista delle ragazze scomparse, la cosa lo terrorizzava.

Toya lo aveva informato di quello che gli aveva detto Kotaro e, dopo aver trovato Suki, non l’avrebbe più mollata.

Shinbe si fermò di colpo quando fece irruzione nel Club Midnight. Proprio lì, in mezzo al corridoio, c’era un uomo che teneva in braccio Kyoko e lei non sembrava stare molto bene. Era immobile e pallida. Del resto, neanche quel tipo sembrava così normale. Pallido era un eufemismo per lui… Shinbe s’irrigidì quando si rese conto che l’uomo gli ricordava il suo migliore amico.

Aveva i capelli argentati e gli occhi dorati… i capelli di Toya erano neri come la notte ma avevano le stesse strie argentate. Erano caratteristiche molto insolite e lui conosceva soltanto Toya con quella particolarità.

Vedendo che l’uomo se ne stava andando portando Kyoko con sé, Shinbe mise da parte il proprio disagio. Toya lo avrebbe ucciso se non l’avesse fermato.

«Che diavolo hai fatto a Kyoko?» ringhiò, mentre i suoi occhi brillavano. Kyoko non era la sua ragazza ma le voleva bene… più di quanto avrebbe ammesso, e poi era la migliore amica di Suki. Quel tipo non l’avrebbe portata via.

Kyou mise un braccio sotto le gambe di Kyoko e la sollevГІ senza sforzo. La teneva come se fosse una bambina, facendole poggiare la testa sulla spalla, senza svegliarla. Nel momento in cui la sua testa gli toccГІ la spalla, lei si rannicchiГІ nel suo abbraccio e sospirГІ.

Kyou percepiva la fiducia e la contentezza nella sua aura mentre si accoccolava tra le sue braccia. Quella piccola donna lo turbava e più la guardava, più aveva voglia di nasconderla al mondo intero. Sapeva di poterlo fare se avesse voluto, e la tentazione era grande. Non aveva mai trasformato nessuno… ma se avesse voluto… avrebbe potuto farlo.

La protettività nei suoi confronti, così come il bisogno possessivo, lo stupivano. Com’era possibile che quella ragazza lo influenzasse in tal modo? Distogliendo lo sguardo dal suo viso angelico, vide un giovane che gridava. A quanto pare, gli uomini che la desideravano continuavano ad intromettersi.

Incrociò il suo sguardo ametista e percepì una strana sensazione di familiarità. «Non sono affari tuoi, stregone.» lo ammonì Kyou con voce gelida.

In quel momento sapeva che neanche Hyakuhei sarebbe riuscito a portargliela via, era sua. La strinse ancora di più quando percepì l’affetto nell’aura dell’altro potente uomo.

Lottando contro i propri pensieri, ringhiò di nuovo. Non avrebbe lasciato che la ragazza lo raggiungesse… non era ancora pronto a lasciarla andare. Aveva troppe domande e lei gli avrebbe dato le risposte, che le piacesse o no.

Sentendo di aver ripreso il controllo, Kyou decise che era ora di andarsene.

Shinbe stava camminando quando l’uomo si mosse. Beh, forse “muoversi” non era il verbo adatto. Quel tipo era svanito e poi riapparso davanti a lui.

«Ma che cavolo…?» esclamò Shinbe, fermandosi di colpo mentre osservava quel viso spaventoso.

Rimase scioccato e il suo cuore quasi si fermò. A pochi centimetri da lui c’era un uomo con la pelle di porcellana, che somigliava troppo a Toya. Poteva giurare di aver visto le sue zanne e di aver sentito un ringhio di avvertimento.

Rimase immobile mentre l’uomo gli premeva un dito sul petto, poi si ritrovò seduto a terra. Sbattendo le palpebre, lo vide passare sopra di sé e svanire all’improvviso.

Suki arrivò in tempo per vedere Shinbe che cadeva a terra e un uomo alto e con i capelli argentati che scompariva con Kyoko. Svanì in un batter d’occhio.

Shinbe rimase seduto ancora per un momento, sbattendo le palpebre in confusione. «Che diavolo è successo?» gridò Suki, aiutandolo a rialzarsi, «Chi era quell’uomo che è scomparso con Kyoko?». Entrambi si voltarono e uscirono per seguirlo. Era davvero svanito nel nulla?

Uscirono dall’edificio e si guardarono attorno freneticamente, ma non c’era nessuna traccia dell’uomo né di Kyoko.

Si voltò verso Shinbe con gli occhi lucidi, pronta a scoppiare in lacrime. «Dove sono andati? Quell’uomo ha rapito Kyoko!». Stava tremando di paura. Quella che era iniziata come una divertente serata tra ragazze si era trasformata in un incubo.

В«Calmati, Suki. La troveremo. Г€ venuto anche Toya.В» disse Shinbe, guardandosi intorno con ansia alla ricerca del suo amico. В«Pensavo che fosse dietro di me!В» esclamГІ.

La preoccupazione si trasformò rapidamente in rabbia, adesso che Suki era al sicuro accanto a lui. Poi ripensò all’accaduto e i suoi occhi si oscurarono. «A che diavolo stavi pensando? Poteva succederti qualcosa e magari non avrei saputo dov’eri!» esclamò, afferrandola per le braccia.

Suki serrò le labbra per la rabbia. Qual era il problema? Non era certo la prima volta che usciva con gli amici. Incrociò il suo sguardo, ancora più furiosa. «Ma che diavolo mmff…» fu interrotta da un bacio straziante.

Shinbe era così preoccupato per lei da non riuscire a fermare i sentimenti che si erano scatenati. Voleva farle sentire ogni emozione che gli scorreva nelle vene in quel momento. La strinse forte, giurando a se stesso che non l’avrebbe mai più persa di vista.

Suki gemette per l’intensità di quel bacio, era come se lui stesse mettendo a nudo ogni emozione che aveva nell’anima. Le sembrava quasi di toccarle mentre gli poggiava le mani sulle spalle. Sentendo le gambe molli e sapendo che sarebbe caduta se avesse lasciato la presa, lo strinse forte.

La sua mente si svuotГІ per un momento, facendole dimenticare che era arrabbiata con lui o che Kyoko era appena scomparsa. Tutto quello che sentiva era Shinbe e un amore senza fine.

Lui allentò la presa e strofinò il naso sul suo. I suoi occhi erano colmi di sollievo, ma anche di desiderio. Scuotendo leggermente la testa, Shinbe cercò di concentrarsi sulla situazione e, per una volta, la sua mente non cedette alla sensazione del corpo di Suki tra le sue braccia… dopotutto, era successo in molte vite.

«Sono successe un po’ di cose che devi sapere. Non era sicuro uscire da sole, stasera. Ti racconto tutto mentre cerchiamo Toya. Dovrebbe esserci anche Kotaro.» le disse abbracciandola mentre si dirigevano verso il parcheggio.

Suki era troppo sconvolta e si limitГІ ad annuire.


*****

Toya attraversò il parcheggio di corsa, maledicendo Shinbe per averlo lasciato indietro. Era dovuto scendere dall’auto dal lato del passeggero perché non aveva spazio, nella fretta di raggiungere Kyoko aveva parcheggiato troppo vicino al muro. Purtroppo se n’era accorto solo dopo aver aperto lo sportello, provocando un’ammaccatura alla sua dolce bambina.

Ma non era stato questo a rallentarlo. Mentre correva, all’improvviso era sbucato un bambino dal nulla e gli era finito addosso. L’impatto lo aveva fatto cadere a terra e, quando si era rialzato, si era fermato per aiutare il bambino.

«Ehi piccolo… stai bene?» gli chiese, ma ritrasse subito la mano quando lui sibilò e se ne andò nella direzione opposta, come se avesse Satana alle calcagna.

Toya si scrollò di dosso la brutta sensazione che aveva percepito e scrutò la discoteca a due piani. La strana sensazione aumentò quando notò l’ombra di un uomo che, con qualcuno in braccio, saltò da una delle finestre all’ultimo piano. C’era qualcosa che non andava.

I suoi occhi brillarono d’argento… i suoi sensi percepivano cose che lui ancora non capiva. Continuava ad avere i brividi e, mentre si avvicinava al club, ringhiò quando si rese conto che c’erano due ingressi. Uno sembrava l’ingresso principale e l’altro era altrettanto affollato. Decidendo di passare da quello principale, si fece largo tra la folla.

“Sarà meglio per lei che non sia successo niente. Quando la trovo, la ammanetto a me, che lo voglia o no.”. Mentre cercava Kyoko, i riflessi argentati nei suoi occhi s’intensificarono.


*****

Kyou percorse il vicolo dietro il club con Kyoko tra le braccia. Aveva deciso di portarla a casa sua, in attesa che si riprendesse. Alzò lo sguardo verso il suo attico, proprio dall’altro lato della strada. Sarebbe stata al sicuro con lui… ma avrebbe dovuto fare attenzione. Percepiva il servo di Hyakuhei nell’oscurità attorno al locale.

Serrò le mascelle quando sentì un debole grido in lontananza e capì che avevano trovato un’altra vittima. Guardando la ragazza addormentata, i suoi occhi dorati s’intenerirono. Per adesso sarebbe stato il suo segreto. Era leggera come una piuma e sembrava così fragile.

Non riusciva a capire come una ragazza così esile potesse avere uno spirito così indomito e un’anima così pura. E poi, aveva pronunciato il nome di suo fratello come se lo conoscesse. Com’era possibile?

I suoi pensieri s’interruppero quando percepì davanti a sé una potente creatura della notte, nello stesso momento in cui un forte odore di sangue s’insinuò nelle sue narici. Riconobbe l’aura del Lycan che aveva difeso Kyoko dall’idiota che la infastidiva, per poi lasciarla da sola, in pericolo.

Non volendo ferire la ragazza nel caso in cui avesse bisogno di combattere, Kyou la adagiò a terra e seguì l’odore di sangue, che proveniva proprio da dietro l’angolo. Se il lupo stava massacrando un essere umano, la ragazza non sarebbe stata al sicuro con lui. Era risaputo che alcuni lupi mannari perdono la testa quando la rabbia filtra nelle loro vene, e lui non avrebbe permesso che Kyoko fosse protetta da una creatura così pericolosa.

Svoltando l’angolo in silenzio, si trovò davanti una scena che non vedeva da secoli. Il lupo, ancora in forma umana, stava ringhiando con i canini in mostra. I suoi occhi blu s’illuminarono mentre fissava quello che sembrava essere un corpo tra le sue braccia.


*****

Toya si fermò accanto alla porta. Annusando, si voltò di scatto e si diresse nella direzione opposta. Sentiva il suo odore… anche se non riusciva a capire come fosse possibile. Mentre correva verso il vicolo a sinistra dell’edificio, la sua mente fu pervasa da pensieri negativi e il suo cuore iniziò a battere forte.

Ragazze scomparse e vicoli bui… se Kyoko avesse avuto anche un solo capello fuori posto…

Nel buio, Toya si fermò di colpo mentre la paura gli bloccava il respiro. Lì, sdraiata contro un muro sporco… c’era Kyoko. La stessa paura che lo aveva bloccato lo spinse a muoversi e, in un istante, la raggiunse.

Inginocchiandosi, controllГІ il battito cardiaco e, non appena le toccГІ il collo, il proprio cuore prese a battere al ritmo del suo. Grazie a Dio era viva. ProvГІ un senso di dГ©jГ -vu indesiderato e scacciГІ subito il pensiero. Sentendo gli altri avvicinarsi, la prese in braccio e la portГІ in salvo. Stringendola, usГІ la sua innaturale velocitГ  per uscire dal buio.


*****

Kotaro sbatté Yohji contro il muro mentre aspettava che la sua sete di sangue si placasse. Continuare a punirlo non ne valeva più la pena, considerando che il ragazzo era svenuto di nuovo. Sentendo delle vibrazioni nell’aria, lo lasciò cadere in modo non proprio gentile.

AlzГІ la testa di scatto e restrinse lo sguardo.

Kyou vide il lupo lasciar cadere il ragazzo a terra senza ucciderlo. Riconobbe subito l’umano che aveva infastidito Kyoko. Cambiando opinione, emise un ringhio. Se fosse stato al suo posto, quel ragazzo non sarebbe rimasto intero.

Come se lo percepisse, il Lycan si voltò e lo guardò. Kyou sentiva l’immenso potere che emanava il lupo, era un avvertimento.

In passato, lupi e vampiri si erano sempre evitati. Senza preoccuparsi gli uni degli altri, avevano scelto di tenere le distanze. La loro forza era troppo simile e detestavano essere dominati. Abitavano nello stesso mondo ma vivevano la loro vita infinita ognuno per conto suo.

Vedendo il vampiro davanti a sé, l’istinto di Kotaro prese vita. Non riusciva a vederlo abbastanza da distinguere i suoi lineamenti, ma sapeva che quel succhiasangue era una minaccia. Doveva ancora placare la propria sete di sangue perciò si preparò, pensando che si trattasse di un servitore di Hyakuhei.

Proprio mentre stava per attaccarlo, la figura divenne più nitida, per poi svanire. «Occhi dorati…» sussurrò, rendendosi conto che aveva quasi aggredito Kyou. «Che ci fa qui? Dannazione!» esclamò, poi corse via, temendo che Kyoko non fosse rimasta dove l’aveva lasciata. Doveva raggiungerla subito… stasera c’erano i succhiasangue in giro e lei non sarebbe stata una delle loro vittime. E, con Kyou nei paraggi, chissà come sarebbe finita la situazione.

Kyou riapparve di fronte allo stesso muro dove aveva lasciato la ragazza. Vedendo che non c’era più, i suoi occhi divennero rossi e un ringhio furioso sferzò il vicolo vuoto, riecheggiando nelle strade adiacenti.


*****

Kotaro incontrò Suki e Shinbe all’ingresso e, afferrando il ragazzo per una spalla, gli chiese nervosamente: «Kyoko è ancora dentro?». I suoi sensi non umani si attivarono e il suo istinto gli diceva che lei non era nei paraggi.

Suki confermò i suoi sospetti quando, afferrandolo per la camicia, esclamò: «Un uomo l’ha presa dieci minuti fa, devi trovarla!». Aveva gli occhi pieni di lacrime mentre continuava: «Non riusciamo a trovarla da nessuna parte!».

Shinbe la tirò a sé, non era ancora pronto a lasciarla andare. La strinse e, guardando Kotaro, aggiunse: «Una strana creatura l’ha portata via.», poi vide Suki che tremava e cercò di calmarla. Non gli avrebbe mai permesso di fare quella che voleva senza discutere. «La troveremo, te lo prometto.» le disse, poi alzò lo sguardo verso Kotaro ma era già sparito.

«Ma… dov’è andato?» mormorò guardandosi intorno, ma non vide alcuna traccia della guardia di sicurezza. Scosse la testa e sospirò, aveva visto abbastanza per quella notte.

Destandosi dalla propria disperazione, Suki sbuffò infastidita e sbottò: «Farà meglio a trovarla… altrimenti lo uccido e lo riduco in poltiglia.», poi, trascinando Shinbe dietro con sé come se si fossero invertiti i ruoli, aggiunse: «Andiamo alla mia auto, muoviti!».

Lui si guardò attorno nel parcheggio come se, all’improvviso, si fosse ricordato di una cosa importante. «A proposito di auto… quella di Toya non c’è».




Capitolo 6


Hyakuhei entrò in una stanza buia dell’edificio, portando con sé il ragazzo che aveva scelto come suo seguace. Scostandogli i capelli dagli occhi ancora chiusi, sentì l’odore della ragazza sulla pelle.

«Bene Tasuki, quando ti sveglierai ti ritroverai con un dono molto prezioso da parte mia… il dono della vita eterna.» disse sorridendo, come se stesse parlando con un bambino, e aggiunse: «Ma poi capirai… che quella vita mi appartiene.».

I suoi occhi divennero rossi quando si sentì invocare da uno dei suoi figli. Non gli piaceva essere disturbato durante un risveglio, ma uno dei suoi prediletti lo aveva chiamato. Sapendo che non l’avrebbe fatto se non fosse stato importante, rispose alla sua richiesta.

Guardò il ragazzo che aveva trasformato, poi svanì, lasciandolo da solo nella stanza chiusa a chiave.


*****

Yohji sentiva le fitte di dolore che lo costringevano a stare sveglio. Cavolo, gli faceva male dappertutto. Iniziò a ricordare che cos’era successo e perché stava così male. Aveva incontrato Kyoko e aveva deciso di giocare con lei, poi era arrivata quella stupida guardia di sicurezza.

Come faceva ad essere così forte? Quando aveva provato a reagire, non ci era riuscito. Era come se avesse tentato di lottare contro un branco di lupi affamati e adesso soffriva per lo sforzo.

Trovando finalmente il coraggio di aprire gli occhi, si trovГІ davanti un ragazzino che lo guardava. Aveva circa 12 anni e avrebbe potuto definirlo albino, se non fosse stato per i suoi occhi neri e vuoti.

Attirato dall’odore di sangue fresco, Yuuhi apparve accanto al ragazzo ferito. Osservandolo, rimase immobile come una statua e lo sfiorò con la propria aura, poi annuì. Il ragazzo era già infettato dal male, ma c’era un odore di purezza che avvolgeva la sua energia negativa.

Quei resti di pura energia sembravano vivere per un potere immortale. “Sorprendente.” disse tra sé, poi, mentre il ragazzo apriva gli occhi, sussurrò: «Padre, è entrato in contatto con la ragazza pura… la sua energia si sente ancora.». Le sue zanne brillarono nell’oscurità con un sorriso mentre aggiungeva: «Lo teniamo?».

Yohji restrinse lo sguardo per quelle strane parole, poi si guardò attorno alla ricerca dell’altro interlocutore e vide un uomo dall’aspetto sinistro, avvolto dal buio del vicolo. Era alto ed emanava energia come se fosse un dio vendicativo.

Yohji, terrorizzato, notГІ i suoi occhi rossi e i canini. Si addossГІ contro il muro, non sarebbe mai riuscito a correre in quelle condizioni.

Hyakuhei scrutò il giovane che aveva molestato la ragazza che adesso considerava già sua. Aveva osato toccarla e avrebbe pagato per la sua insolenza. Inspirando, percepì la scia dell’odore del lupo che aveva già pestato il ragazzo, e restrinse lo sguardo. Kotaro era stato lì… come osava interferire? Era per colpa sua che la ragazza era sparita senza lasciare traccia? Hyakuhei ringhiò al solo pensiero che il Lycan fosse così vicino al cristallo e a lei ancora una volta. Solo perché la ragazza aveva scelto lui, ciò non significava che gli appartenesse. Non era mai dipeso da lei… non aveva imparato la lezione in passato?

Credeva di aver ucciso quella vile creatura insieme a Toya secoli prima, per aver osato ostacolarlo e per aver cercato di proteggere la ragazza da lui. “Non importa.”, i suoi pensieri si rattristarono per un momento, “Un tempo hai messo Toya e la sacerdotessa contro di me… e guarda cosa mi hai costretto fare.”.

Poi ripensò all’accaduto e i suoi occhi si oscurarono. Se Toya non avesse cercato di diventare un guardiano della sacerdotessa e di allontanare Kyou da lui… adesso non sarebbe più all’inferno ma lì al suo fianco, insieme a Kyou. L’unico colpevole di aver alimentato le convinzioni sbagliate di Toya era Kotaro.

Era stato lui ad avvertire la sacerdotessa delle sue vere intenzioni. Era strano come il tempo potesse deformare anche le bugie dette.

«E così l’hai trovata di nuovo.» sussurrò.

Fu riportato al presente dal piagnucolio del ragazzo accovacciato contro il muro. Gli servivano altre nuove reclute per trovare la sua sacerdotessa scomparsa, nel caso in cui Kotaro fosse con lei. Hyakuhei la voleva e l’avrebbe avuta.

E sarebbe stato aiutato dall’idiota che aveva cercato di farle del male. Solo lui avrebbe potuto contaminare una creatura così pura. Aveva molti progetti per la sua sacerdotessa… dopotutto, mille anni erano tanti per trovare nuovi modi per torturare qualcuno.

Tornando nell’ombra, fece un cenno a Yuuhi e i suoi occhi brillarono. «Fallo soffrire. Tortura la sua carne, ma non ucciderlo.» gli disse. Voleva che il ragazzo soffrisse per le sue azioni, così avrebbe capito che non doveva mai sfidare il suo nuovo padrone né toccare la ragazza.

Yohji guardò il ragazzino e spalancò gli occhi per la paura. La creatura gli stava sorridendo ma il suo era un sorriso omicida. Le sue zanne erano lunghe e affilate e gli occhi non erano più neri, ma di un rosso scuro, in inquietante contrasto con la sua pelle e i suoi capelli color alabastro. Sembrava un bambino ma in realtà era un demone che rubava l’anima sotto mentite spoglie, e Yohji aveva davvero paura.

Lo vide sollevarsi da terra per poi saltargli addosso, e gridГІ di terrore. Non avrebbe mai saputo che cosa fosse mentre i denti e gli artigli gli strappavano la carne, causandogli un dolore inimmaginabile.


*****

Toya guardò la ragazza addormentata sul sedile del passeggero accanto a lui. «Maledizione, non farlo mai più!» esclamò, sapeva che non poteva sentirlo ma non si fermò, «Piccola stupida, potevano ucciderti o peggio!». Si voltò verso l’edificio in cui si trovava il suo appartamento.

Anche se era ancora arrabbiato, la prese in braccio come se fosse la gemma piГ№ preziosa del mondo e la portГІ su per le scale. Trovando la porta chiusa a chiave, imprecГІ e forzГІ la maniglia, sperando di non fare troppi danni mentre il metallo scricchiolava.

“Le serve una serratura migliore, con un assassino in giro.” pensò, conservando quella scusa per quando lei si sarebbe svegliata e lo avrebbe rimproverato per aver rotto la porta. «Almeno è ancora attaccata ai cardini.» borbottò mentre entrava nell’appartamento.

Fermandosi nel salotto, la guardò perplesso quando sentì odore di alcol.

В«Guarda come sei ridotta. Non ГЁ carino andare a bere senza di me. Che ti ГЁ saltato in mente?В» mormorГІ.


*****

Kyou si stava sforzando di stare calmo, e non era la prima volta quella sera. Incapace di trattenersi, sferrò un pugno al muro con tanta forza da mandare in pezzi l’intonaco. Ringhiò di rabbia e i suoi occhi divennero rosa mentre annusava l’aria.

Nessuno poteva sottrargli ciГІ che gli apparteneva senza pagarne le conseguenze.

Percepiva l’odore di Kyoko mescolato ad un altro, maschile e stranamente familiare. Ringhiò di nuovo mentre si librava in aria e seguì l’odore che si era insinuato nel suo corpo.

La sua figura solitaria scomparve nell’ombra mentre cercava la sua preda. L’avrebbe trovata e l’avrebbe sottratta al ladro che gliel’aveva rubata. Serrò le mascelle per la rabbia, come aveva osato, lei, pronunciare il nome di suo fratello solo per confonderlo?

Quella piccola donna gli aveva lanciato un incantesimo, ne era sicuro. Sentiva la sua presenza sotto le dita e provò il desiderio di toccare ancora una volta la sua pelle. Doveva sapere come faceva ad essere così pura e che cos’era la luce che emanava.

Era quello che Toya stava cercando? Se così fosse, allora quella ragazza era colpevole della morte di suo fratello? Che senso aveva tutto questo? Voleva delle risposte. Quella luce lo aveva attratto come una falena dal fuoco e adesso non poteva più lasciarla andare. Era come se lei lo avesse chiamato inconsapevolmente e lui non potesse fare altro che rispondere.

Kyou ringhiГІ mentre i suoi occhi diventavano rosso sangue. Quella ragazza era pericolosa. Lui non era il tipo che cercava o voleva la vendetta per secoli. Doveva affrontarla con cautela, non si fidava di se stesso quando era con lei. Si sentiva irretito e questo lo faceva infuriare a dismisura, perchГ© la ragazza lo aveva in qualche modo indebolito.


*****

Borbottando qualcosa a proposito di incontri degli alcolisti anonimi, Toya portò Kyoko nella sua camera e la adagiò delicatamente sul letto. Poi tornò verso la porta d’ingresso e la chiuse con il catenaccio, visto che aveva rotto la serratura.

“Per fortuna era bloccata solo la maniglia.” pensò scrollando le spalle, poi si guardò attorno nell’appartamento. Era ben diverso dal rombo assordante che c’era in discoteca. Era quasi troppo silenzioso. Togliendosi le scarpe, sospirò: «Che serata.». Si rilassò per la prima volta quel giorno, mentre tornava dalla sua Kyoko che dormiva.

La luce della luna filtrava dalla finestra, avvolgendo il suo corpo in un bagliore etereo. La sua espressione s’intenerì mentre le scrutava il viso. Kyoko era distesa sul letto con le mani rilassate ai lati della testa. Sembrava un angelo, così serena e così ignara del pericolo in cui avrebbe potuto imbattersi… anzi, in cui si era quasi imbattuta. Aveva quasi voglia di svegliarla e dirgliene quattro… ma resistette.

Poi si accigliò, ripensando a come potesse essere finita in quel vicolo da sola, per poi perdere i sensi ma rimanendo incolume. A caval donato non si guarda in bocca, perciò ringraziò i suoi angeli custodi… chiunque essi fossero.

Sarebbe rimasto con lei per la notte, tenendola al sicuro. Non gli importava altro.

I suoi occhi brillarono maliziosamente mentre le toglieva le scarpe, poi le tirò su la coperta. Probabilmente domani si sarebbe infuriata ma… Toya strisciò sul letto e la tirò a sé.

Pensieri maliziosi gli pervasero la mente come accadeva sempre quand’era a casa da solo. Tuttavia, per qualche ragione, in quel momento gli sembravano fuori luogo. Stare così accanto a lei aveva un qualcosa di innocente. Scosse la testa e si mise comodo, poi la strinse e ringraziò mentalmente qualunque dio per averla protetta. Era tra le sue braccia e per ora gli andava bene così. Il mattino seguente avrebbe anche potuto rischiare di essere fatto a pezzi, ma almeno sarebbe morto felice.

Kyoko sospirГІ, rannicchiandosi nel calore protettivo che la circondava.

Toya sorrise mentre la baciava su una tempia, poi si addormentГІ.


*****

Kyou levitò fino alla finestra da cui sentiva provenire l’odore della ragazza. Spalancò gli occhi per la scena che si trovò davanti. Lì, nella stanza in cui dormiva Kyoko, entrò un giovane con occhi dorati e lunghi capelli neri, striati d’argento come i suoi.

Kyou rimase senza fiato mentre l’immagine speculare del suo fratello defunto si avvicinava al letto, osservando la ragazza che lui aveva intenzione di rapire.

La sua espressione gelida svanì, quel ragazzo somigliava moltissimo al suo adorato fratello… “Com’è possibile?” si chiese. Poi ricordò la parola che la ragazza aveva sussurrato e sentì male al petto. Aveva pronunciato il nome di Toya e adesso… nella sua camera c’era una persona identica a lui?

Kyou annusò l’aria, cercando di avere una conferma di ciò che aveva visto, ma la sua mente non collaborava. L’odore di suo fratello era appena mescolato all’odore di quel ragazzo ma, prima che potesse rifletterci su, lo vide strisciare sul letto e stringere Kyoko con fare possessivo.

Si sentì pervadere dal fuoco della gelosia quando lei si accoccolò nel suo abbraccio, e un ringhio cupo gli rimbombò nel petto mentre i suoi occhi diventavano rossi. Fratello o no… non glielo avrebbe permesso.

Si sporse verso la finestra proprio mentre cadeva una pioggia di scintille e ritrasse la mano. Vedendo la polvere iridata depositarsi sul davanzale come una barriera protettiva, ringhiГІ di nuovo. La ragazza sembrava essere circondata dal soprannaturale e la cosa gli dava sui nervi.

Si chiese se non fosse un incantesimo a fargli vedere l’immagine di suo fratello lì dentro. Forse lei glielo aveva lanciato quando aveva pronunciato quel nome?

Distolse l’attenzione dalla finestra per guardare giù… il lupo stava arrivando. Lanciò un’occhiataccia verso la camera da letto, poi levitò verso il tetto.

Toya si era quasi addormentato quando sentì un ringhio animalesco che sembrava provenire da fuori la finestra. “Non è possibile… siamo al secondo piano.” pensò, poi sentì di nuovo quel rumore e spalancò gli occhi.

Sollevando leggermente la testa per non svegliare Kyoko, guardò verso la finestra. L’istinto gli diceva che qualcuno o qualcosa era lì… a guardarli.

Notò l’ombra di quello che sembrava un uomo, proprio fuori dalla finestra … al secondo piano? Un bagliore argenteo fluttuava attorno alla sua figura, conferendogli un’aria quasi spettrale. Toya aveva già visto quell’immagine… nei suoi incubi.

Gli occhi dorati dell’uomo erano rivolti verso il basso ma lui li vide diventare rossi per un istante, e gli sembrò di vedere anche un paio di zanne. Poi vide una pioggia multicolore che sembrava volergli coprire la visuale.

Toya scosse la testa e sbatté le palpebre, poi guardò di nuovo verso la finestra e non c’era più nulla. “Che diavolo è stato?” si chiese.

Sentendosi piuttosto nervoso, scese dal letto e andò alla finestra. Guardando fuori, non vide altro che ombre e buio. Inspirò profondamente e si accigliò quando percepì uno strano odore attorno al davanzale.

Ringhiò cupamente mentre cercava di decifrarlo. Concludendo che forse era solo la sua immaginazione che aveva reagito in modo eccessivo per l’accaduto, ricontrollò per assicurarsi che fosse tutto a posto.

Soddisfatto di non sentirlo più, tornò a letto ma rimase sveglio per un po’.


*****

Kotaro era sotto la finestra di Kyoko e sentiva la presenza del vampiro che aveva notato nel vicolo accanto alla discoteca. Anche se non l’aveva visto, era sicuro che fosse Kyou. Percepiva il suo potere gelido e silenzioso, un qualcosa che non voleva far avvicinare a Kyoko. Kyou era un enigma e non ci si poteva fidare di lui.

Con un ringhio, usò la sua velocità eccezionale per raggiungere la porta d’ingresso.

Annusò l’aria e si calmò un po’ quando sentì l’odore di Kyoko, era forte e recente. “Nessun succhiasangue nei paraggi.” si disse, poi ringhiò quando percepì l’odore di Toya. Era entrato in casa e non era più uscito. Afferrando la maniglia della porta, la girò ma vide che era rotta.

«Ma che cavolo…?» ringhiò furiosamente per l’evidente forzatura.

Alzò una mano e osservò i suoi artigli mentre si allungavano. Non c’era serratura che non potesse forzare, e quella di Kyoko non valeva quattro soldi. Sorrise con arroganza mentre infilava un artiglio nella serratura e, muovendolo leggermente, sentì un “clic”.

Furtivo come un’ombra, entrò nell’appartamento e richiuse piano la porta.

Sentendo tutto in silenzio, seguì la scia lasciata dall’odore di Kyoko e in un istante giunse davanti alla porta della camera da letto. I suoi penetranti occhi blu s’infiammarono per la strana sensazione che lo assalì.

Non sapendo che cosa si sarebbe trovato davanti, aprì lentamente la porta.


*****

Kamui decise di rimanere invisibile mentre osservava Kotaro che entrava nell’appartamento di Kyoko. Non si stava nascondendo dal suo amico ma, sapendo chi c’era nel letto con la ragazza, beh… aveva pensato che fosse meglio rimanere invisibile piuttosto che ritrovarsi coinvolto.

Aveva fatto il possibile per proteggere Kyoko per tutta la sera ma, riguardo a Toya… il guardiano d’argento avrebbe dovuto cavarsela da solo. Kamui si sentì rimpicciolire quando l’altro aprì la porta della camera.

La scena che Kotaro si trovò davanti andava oltre la sua comprensione… nel letto c’era quel brutto cagnaccio di Toya! La teneva stretta come se fosse sua, aveva le braccia avvolte attorno al suo corpo innocente e un sorriso compiaciuto.

Kotaro ringhiò mentre si avvicinava alla coppia persa nel mondo dei sogni. “Ladro senza vergogna.” pensò mentre i suoi occhi diventavano rossi per la rabbia. Riuscì a controllarsi a stento mentre afferrava il suo rivale e lo lanciava fuori dalla stanza, senza svegliare Kyoko.

Toya fu colto di sorpresa quando si sentì afferrare per la camicia e lanciare in aria verso il soggiorno. Prima ancora di riprendersi dal sonno, si sentì afferrare per il collo e, questa volta, vide chi aveva davanti. Incrociò uno sguardo color ghiaccio mentre veniva trascinato in aria quasi senza sforzo.

Ancora invisibile, Kamui saltГІ giГ№ dal divano quanto vide Toya che veniva lanciato nella sua direzione. Si sistemГІ sul ripiano della cucina per assistere alla scena, poi guardГІ verso la camera da letto e mosse una mano in quella direzione, creando una barriera che impedisse ai rumori di svegliare Kyoko.

Riportò l’attenzione sui due amici che erano quasi pronti a staccarsi la testa a vicenda. “Proprio come ai vecchi tempi.” pensò, rimpiangendo di non avere i popcorn a portata di mano. “Si accettano scommesse.” si disse, chiedendosi su quale dei due puntare.

Kotaro ringhiГІ, cercando di impedire alla sete di sangue di filtrare nei suoi occhi. В«Che diavolo pensavi di fare nel letto di Kyoko?В», la sua voce era quasi letale, come se il destino di Toya dipendesse dalla risposta. Le sue maniere forti promettevano una punizione nel caso in cui non fosse stata quella giusta.

«Maledizione, lasciami andare, idiota!» esclamò Toya, mentre con una mano afferrava le dita che gli stringevano il collo, e con l’altra sferrò un colpo con cui avrebbe voluto fracassare il cranio di Kotaro.

Sebbene l’altro si mosse appena, si sentì liberare e si allontanò di scatto. Poteva percepire l’intensa rabbia di Kotaro ma la sua aumentò quando si rese conto di ciò che era accaduto. «E tu che diavolo pensavi di fare venendo qui, pervertito?» gli chiese di getto.

Sentendo Toya che alzava la voce, Kotaro capì che la situazione si stava scaldando. Guardò verso la camera da letto e, vedendo la porta socchiusa, fece un cenno verso l’ingresso, ringhiando: «Continuiamo fuori, prima che si svegli.».

Vedendo che Toya stava per dissentire, lo provocò, sapendo che avrebbe funzionato: «A meno che tu non abbia paura di affrontarmi.», poi sorrise e gli lanciò un’occhiataccia, convinto che l’altro avrebbe abboccato.

«Certo che no, mai far aspettare gli idioti.» mormorò Toya, aspettando e sperando che Kotaro facesse la prima mossa. Era così furioso che avrebbe potuto distruggere l’intero quartiere. Doveva sfogare la frustrazione su qualcuno e poi, dopotutto, era da tempo che cercava un pretesto per fare a pugni con Kotaro.

Entrambi svanirono in una sfocatura e, in un istante, finirono nel cortile vuoto. Quando Kotaro si voltГІ per affrontarlo, Toya gli sferrГІ un pugno con la certezza di metterlo k.o., ma ringhiГІ quando lo vide barcollare senza cadere. Quel tipo non gli piaceva, sotto molti punti di vista. Eppure, sentiva sempre il desiderio di prenderlo a botte. Era come avere un nemico per un amico.

Toya sentì la gelosia assalirlo… il motivo per cui erano sempre ai ferri corti era perché volevano entrambi Kyoko.

Kotaro scosse la testa e guardò il rivale, «Vediamo se ci riesci quando non sono distratto, coglione!» ringhiò, proprio mentre si scagliavano l’uno contro l’altro.

Tutti coloro che avevano la capacità di sentire quei rumori, percepirono il potere dell’impatto.

Kamui li seguì nel cortile e si appoggiò a un muro, osservandoli sotto le luci dei lampioni. Fischiettò per la potenza del pugno di Toya.

“Sembra che il nostro Toya si stia svegliando.” pensò, poi restrinse lo sguardo quando notò la strana ombra proiettata dall’edificio. Scostandosi dal muro, guardò in alto per capire chi ci fosse sul tetto.

Kyou era in piedi sul tetto dell’edificio e guardava giù nel cortile mentre i due lottavano sull’erba. Si accovacciò, osservando il ragazzo infuriato che colpiva il Lycan con più forza di quanto un normale umano potesse avere. Quando entrambi corsero a tutta velocità, capì che nessuno dei due era umano.

Osservò il potere emanato da loro in onde blu fluorescenti. “Il potere degli antichi?” pensò… credeva che lui e Hyakuhei fossero gli unici rimasti con un potere del genere. I suoi occhi iniziarono a brillare mentre continuava ad osservare la lotta.

Toya non si era mai sentito così forte mentre combatteva, e nessuno dei due aveva intenzione di arrendersi. Si scontravano e si allontanavano per poi scontrarsi di nuovo, e sentiva qualcosa dentro di sé risvegliarsi come da uno stato dormiente.

Se avesse potuto vedersi in quel momento, sarebbe rimasto scioccato. I suoi capelli si erano allungati ancora di piГ№ e i suoi occhi erano diventati argentati. Si accorse che le unghie si erano allungate ed erano simili ad artigli quando si scagliГІ verso Kotaro, che lo evitГІ per un soffio.

Kyou era pietrificato dai movimenti di quel ragazzo che somigliava tanto a suo fratello. Ma era una follia… suo fratello era morto per mano di Hyakuhei secoli fa… lo aveva seppellito lui stesso.

Strinse il cornicione mentre percepiva il potere del Lycan che diventava sempre più intenso. Sapeva che il lupo si stava trattenendo ma, quando la forza dell’avversario era aumentata, era aumentata anche la sua. Kyou ebbe l’impulso di salvare l’ingenuo ragazzo prima che si facesse male.

Nella stanza buia, sotto il suo sguardo attento, Kyoko si mise a sedere sul letto come se fosse stata svegliata da una paura improvvisa. Lo sentiva… qualcosa non andava. La sua attenzione si concentrò sulla finestra, sapendo che proveniva da lì.

Strisciando giù dal letto, corse in quella direzione e aprì le ante. Si sporse dal davanzale in cerca di qualcosa di strano e rimase a bocca aperta quando vide Toya e Kotaro. Erano entrambi in posizione di combattimento e sembravano affannati, come se stessero combattendo già da un po’.

Kyou sentiva il proprio istinto protettivo pulsare sotto la pelle nei confronti di quel ragazzo. Sarebbe saltato giГ№ e lo avrebbe portato via, prima che il Lycan gli facesse male sul serio. Proprio mentre i suoi occhi diventavano rossi e si preparava a saltare, i due avversari caricarono di nuovo.

Un grido acuto impedì qualsiasi altro movimento nell’area: «Toya!». Kyoko urlò poco prima che si scontrassero, «Basta, ti prego!» aggiunse con voce più bassa… senza sapere che tutti e tre avrebbero ascoltato quell’appello disperato.

Sentendo quel nome, Kyou s’inginocchiò sul tetto, afferrandosi di nuovo al cornicione. “Toya? Non è possibile.” pensò, poi distolse lo sguardo dalla ragazza e guardò di nuovo verso il cortile. I due rivali si erano girati a guardarla e lo avevano visto, adesso lo stavano fissando.

Toya ringhiГІ quando riconobbe la stessa figura che aveva visto fuori dalla finestra poco prima, era un uomo in carne e ossa e lo stava fissando.

Kotaro quasi esplose vedendo Kyou così vicino a Kyoko, ma si bloccò quando notò che l’attenzione del vampiro era concentrata su Toya. Si chiese se Kyou avesse riconosciuto il fratello perduto nell’essere umano che adesso era diventato. Restrinse lo sguardo con sospetto quando sentì Toya sussurrare con rabbia: «Sei tu!».

Kotaro guardò di nuovo la figura che torreggiava sul tetto, il luccichio dei capelli argentati quando la luce della luna illuminò Kyou lo fece esitare. Era possibile che Toya avesse ricordato Kyou in qualche modo? Anche se era il fratello immortale del suo amico… era sicuro lasciarlo avvicinare a Kyoko? Kotaro non aveva idea di dove fosse stato finora né se Hyakuhei avesse ancora il controllo su di lui.

Kyoko si accigliГІ quando notГІ che Toya che Kotaro non la stavano neanche guardando. Avendo la brutta sensazione che ci fosse qualcosa sul tetto, si sporse dalla finestra e si girГІ per guardare nella direzione in cui stavano guardando loro.

Proprio mentre intravedeva dei capelli argentati e un soprabito nero, sentì gridare: «Kyoko, no!». Toya aveva urlato per avvertirla, non si fidava della strana figura sul tetto proprio sopra di lei.

Spaventata, Kyoko non ebbe neanche il tempo di gridare che scivolГІ dalla finestra e cadde nel vuoto.

Toya sentì il cuore fermarsi quando la vide cadere e, in un istante, raggiunse il punto in cui sarebbe atterrata, pronto ad afferrarla. All’improvviso lo sconosciuto sul tetto e lo scontro con Kotaro non avevano più importanza. Tutto quello che contava era Kyoko e lui doveva salvarla.

Kotaro sapeva di poter saltare abbastanza in alto da afferrarla prima ancora che si avvicinasse al suolo… o alle braccia tese di Toya. Ma, proprio mentre stava per muoversi, Kyou balzò dal tetto e si fiondò su Kyoko come una nuvola scura.

I loro sguardi s’incrociarono mentre la ragazza cadeva all’indietro e la afferrò senza esitare, come se lei gli stesse sfuggendo intenzionalmente. L’istinto gli diceva di non lasciarla cadere… né scappare.

Sembrava che tutto accadesse al rallentatore. Kyoko non riusciva a distogliere lo sguardo da quel viso pallido e da quei capelli argentati circondati dall’oscurità mentre lui le si avvicinava sempre di più. Poi si sentì afferrare e stringere contro un corpo sodo… non stava più cadendo, adesso era sospesa a mezz’aria.

В«Ancora tu.В» sussurrГІ, trovando strano il fatto di non avere paura di lui.

Toya era immobile mentre osservava l’uomo dei suoi incubi che salvava Kyoko dalla caduta. Digrignò i denti quando li vide levitare invece di scendere verso il marciapiede. «Maledizione, no! Bastardo! Riportala qui!» gridò con un pugno alzato, rimpiangendo di non poter volare mentre cercava di rincorrerli.

Le sue grida destarono Kyoko dallo shock. Si accigliò e si spinse contro il petto di quell’uomo sensuale che la teneva così stretta. Girando la testa il più possibile, vide Toya e Kotaro che correvano e si rese conto che… stava volando.

Allungò una mano verso di loro e con l’altra si spinse ancora di più contro il suo petto, non le piaceva quella situazione e sperava che fosse solo un incubo provocato dai Long Island Iced Tea che Suki le aveva fatto bere.

В«Kotaro! Toya!В» gridГІ, poi si voltГІ a guardare lo sconosciuto e aggiunse tra sГ©: В«Aiutatemi, vi prego!В».

Kyou sentiva il potere della ragazza che aumentava mentre chiamava i suoi amici, ma non voleva lasciarla andare. Aveva troppe domande che necessitavano di una risposta. GuardГІ i due uomini che stavano cercando di rincorrerlo attraverso il parco e riflettГ©.

«Sono nemici, eppure ti proteggono entrambi?» chiese ad alta voce, come se stesse parlando da solo. «Shhh.» le sussurrò all’orecchio, cercando di controllarla. Doveva placare la sua paura, era quello che faceva aumentare il suo potere. «Per adesso sei mia.» le disse.

Con sua sorpresa, la vide voltarsi a guardarlo e iniziare a piangere. Si sentì confuso, non voleva che piangesse. Il lieve bagliore innaturale che circondava la sua aura cambiò all’istante. Il suo corpo iniziò a brillare di una luce accecante per i suoi sensi di vampiro… voleva chiudere gli occhi ma non poteva.

La luce schizzò verso il basso, poi rimbalzò su un’enorme pietra in mezzo al parco e risalì nel cielo come un faro.

Intravide un’immagine per un istante così breve che non era sicuro di averla vista davvero. Sembrava che la ragazza si fosse trasformata in pietra e si fosse inginocchiata con le mani tese. Quando gli occhi della statua iniziarono ad aprirsi… i suoi si chiusero, bloccando quell’immagine indimenticabile. Poteva giurare di aver sentito sussurrare il proprio nome.

Quando Kyoko notò la luce accecante tra loro, gli occhi dorati di quell’angelo misterioso si chiusero e lui allentò la presa. Si divincolò subito senza rendersi conto di dov’erano e iniziò a cadere nel vuoto.

Lo vide portarsi un braccio davanti agli occhi come per proteggersi e notò anche le sue zanne quando aprì la bocca. Kyoko non fiatò mentre precipitava, sperando di svegliarsi all’improvviso da quell’incubo.

Toya si fermò di colpo quando i due rimasero sospesi a mezz’aria ma, quando la luce accecante rimbalzò sull’enorme pietra, non vide nulla per un istante. Si coprì gli occhi e cercò di capire dove sarebbe caduta Kyoko ma vide solo l’immagine di una statua che le somigliava.

В«Ma che cazzo sta succedendo?В» ringhiГІ, furioso quando i suoi occhi si chiusero, bloccandogli la visuale. La luce che lei emanava era insopportabilmente dolorosa.

Kotaro non batté ciglio mentre quel bagliore accecante irradiava da Kyoko. Sentiva il suo calore, lo attirava come se lo stesse chiamando. Saltò in aria e la afferrò prima che colpisse la pietra, poi sparì tra i vicoli stringendola tra le braccia.




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